Il velo dipinto, a volte non conviene sollevare il velo

Autore: Maugham W. Somerset
Editore: Adelphi
Anno: 1925
Pagine 234
Trama:
Che ragione poteva avere l'incantevole, frivola Kitty per sposare il
gelido e inamabile dottor Fane - batteriologo alle dipendenze del
governo inglese - se non il puro panico? Panico, soprattutto, di fronte
alla prospettiva di deludere la madre, implacabile tessitrice di buoni
matrimoni. Non meraviglia allora che Kitty cada subito vittima del
sorriso incantatore dell'uomo più popolare di Hong Kong, Charlie
Townsend, a sua volta regolarmente sposato. Ma nei romanzi di Maugham la
beffarda complessità della vita scompiglia a ogni pagina le carte e
rimette in gioco i destini…
Recensione: Malinconico, struggente.
Il velo dipinto è il racconto di un’espiazione, quella di Kitty, ragazza
della buona borghesia, non sciocca ma vanesia, sposata a un uomo che
lei non riesce a comprendere, che tanto meno può amare, nonostante tutti
lo apprezzino. Non è un racconto allegro, è la storia di un amore che
non può essere ricambiato, nonostante tutto l’impegno, perché al cuore
non si comanda e ci si innamora anche di chi non è degno di amore. Mi è
piaciuta Kitty, una donna come tante, che inciampa, si rialza e
rinciampa nuovamente. Alla fine s’intravede la possibilità di un futuro
migliore, perché Kitty pensa di aver finalmente capito in parte la Via
da prendere, la via del Tao, forse, di cui le ha parlato Waddington . E a
far da sfondo a questa vicenda c’è l’Oriente, ci sono le suore che
partite dalla Francia sanno che non potranno mai tornarvi, ma non se ne
rammaricano, e infine c’è l’epidemia di colera, apparentemente il grande
nemico da combattere, ma in verità in questo romanzo i nemici sono
all’interno dei protagonisti e non si possono sconfiggere e non c’è
soluzione per incomunicabilità che divide. Di un certo significato anche
il verso che recita Walter prima di morire: “A morire fu il cane”,
rimando all’ultimo verso dell'elegia di Oliver Goldsmith che racconta di
un cane che morse un uomo, un riferimento alla storia d’amore di Kitty e
Walter, dove lui s’immedesima con il cane ingrato che morde il padrone
mettendone a rischio la vita e che alla fine è l’unico a morire. Non
spreco tempo a parlare di Charles, un personaggio insulso e privo di
meriti. Il titolo è chiaramente un omaggio all’aforisma di Percy Bysshe
Shelley: “Non sollevare il velo dipinto che quelli che vivono chiamano
vita” perché una volta sollevato il velo non si può più tornare
indietro.
Citazioni: «L'altro giorno ha parlato del Tao» disse Kitty dopo una pausa. «Mi racconti cos'è».
[…] «È la Via e il Viandante. È la strada eterna lungo la quale camminano tutti gli esseri, ma nessun essere l'ha fatta, perché è essere essa stessa. È tutto e nulla. Da esso scaturiscono tutte le cose, tutte le cose vi si conformano, e ad esso infine tutte le cose ritornano. È un quadrato senza angoli, un suono che le orecchie non possono udire, un'immagine senza forma. È una immensa rete, e sebbene le sue maglie siano larghe come il mare, non si lascia sfuggire nulla. È il santuario dove tutte le cose trovano rifugio. Non è in alcun luogo, ma senza guardare fuori dalla finestra lo puoi vedere. Desidera di non desiderare, è il suo insegnamento, e lascia che tutte le cose seguano il loro corso. Chi si umilia sarà preservato integro. Chi si piega sarà reso diritto. Il fallimento è la radice del successo e il successo il nascondiglio del fallimento; ma chi può dire quando verrà la svolta? Chi coltiva la tenerezza può farsi eguale a un bimbo. La dolcezza reca vittoria a chi attacca e salvezza a chi difende. Possente è colui che vince se stesso»
“Su di te non mi facevo illusioni” disse. “Sapevo che eri sciocca e frivola e una testa vuota. Ma ti amavo. Sapevo che i tuoi ideali e le tue aspirazioni erano banali e volgari. Ma ti amavo. Mi vien da ridere se penso con quanto impegno cercavo di divertirmi alle cose che ti divertivano, quanto mi premeva nasconderti che non ero ignorante, volgare, pettegolo e stupido. Sapevo come avevi paura dell'intelligenza e cercavo in tutti i modi di farti credere che ero sciocco come gli altri uomini di tua conoscenza. Sapevo che mi avevi sposato solo per convenienza. Non mi importava, ti amavo tanto. Molta gente, a quel che vedo, se è innamorata senza essere ricambiata pensa di subire un torto. Si arrabbia, prova rancore. Io non ero così. Non ho mai preteso che tu mi amassi, non vedevo motivo perché tu dovessi amarmi, non mi ritenevo molto amabile. Ero grato che mi fosse concesso di amarti e andavo in estasi se ogni tanto mi pareva che tu fossi contenta di me o se notavo nei tuoi occhi un barlume di benevolo affetto. Cercavo di non annoiarti col mio amore, sapevo di non potermelo permettere e stavo sempre attento al tuo primo segno di insofferenza.
Quello che i mariti di solito pretendono come un diritto io ero disposto a riceverlo come un favore.”
"Non è bello biasimarmi perché sono stata una sciocca, una donna frivola e volgare. Mi hanno educata per esser così… Tutte le ragazze che conosco sono così… E che tu mi biasimi è come rimproverare uno, che non ha orecchio per la musica, di annoiarsi a un concerto sinfonico. Ti pare giusto? Tu mi attribuivi qualità che non avevo. Puoi biasimarmi per questo? Ma io non ho cercato d'ingannarti, mai ho preteso di essere quale non ero. Io ero solo una donna graziosa e allegra… Non si va a cercare una collana di perle o una pelliccia in un baraccone da fiera. Non vi si trovano che trombette di latta e palloncini.”
Confronto con il film: Sicuramente il libro è molto più amaro del film, manca il riavvicinamento della protagonista al marito, ma è sicuramente più realistico.

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