Titolo: Il canto di Penelope
Autore: Margaret Atwood
Pagine: 158
Anno: 2005
Trama: Dall'Ade, dove può finalmente dire la verità senza
temere la vendetta degli dèi, Penelope, moglie di Ulisse, racconta la sua
storia. Figlia di una ninfa e del re di Sparta, da bambina rischia di essere
affogata dal padre, turbato da una profezia. Sposa di Ulisse, subisce le
angherie dei suoceri, vede scoppiare la guerra di Troia a causa della sciocca
cugina Elena, e dopo anni di solitudine deve respingere l'assalto dei Proci. Al
ritorno di Ulisse assiste angosciata alla vendetta che colpisce le ancelle infedeli
e perciò impiccate; e la morte di quelle fanciulle che le erano amiche la
perseguita anche nell'Ade. Il romanzo riscrive il mito greco attingendo a
versioni diverse da quelle confluite nell'Odissea, secondo un punto di vista
femminile.
Recensione: La versione di
Penelope. Un romanzo breve che racconta il punto di vista di Penelope, donna
non bella ma estremamente intelligente. Così possiamo finalmente vedere la
storia dal punto di vista della moglie fedele di Ulisse. E il personaggio di
Ulisse non ne esce proprio immacolato. Rivalutata anche la posizione delle
ancelle, serve infedeli nell’Odissea, qui sono solo al servizio di Penelope e
da lei invitate a fingersi collaboratrici dei Proci per carpire informazioni
utili. Un libro piacevole, che si legge in fretta, si trovano ancora dettagli
del mito di Penelope poco conosciuti. I capitoli in prosa si alternano con parti in rima in cui le ancelle interpretano
il coro, come se stessimo assistendo a un’opera teatrale greca, e non sono
sempre benevole con Penelope. Secondo me
la pecca di questo romanzo è di non essere più lungo, non so, mi ha dato l’impressione
che si potesse dire dell’altro su Penelope e sulla storia delle ancelle. Nel
complesso però è una bella storia in cui finalmente sentiamo la voce di un
personaggio silenzioso e spesso lasciato in disparte, un personaggio femminile
completamente diverso dalla seducente Elena, ma non meno interessante.
Citazioni:
Anche una bugia evidente riesce a
consolare chi non ha altro.
Perché chi ha il dono della
bellezza crede che chiunque altro al mondo esista solo come un divertente
elemento di contorno?
La vicenda del sudario è divenuta
quasi immediatamente leggenda. Di un lavoro che non finisce mai si dice che è
«la tela di Penelope». Non amo che si usi la parola tela. Se il sudario fosse
stato una tela, io sarei stata un ragno, ma il mio scopo non era catturare gli
uomini come fossero mosche, al contrario, non volevo farmi catturare.
L'acqua non oppone resistenza.
L'acqua scorre. Quando immergi una mano nell'acqua senti solo una carezza.
L'acqua non è un muro, non può fermarti. Va dove vuole andare e niente le si
può opporre. L'acqua è paziente. L'acqua che gocciola consuma una pietra.
Ricordatelo, bambina mia. Ricordati che per una metà tu sei acqua. Se non puoi
superare un ostacolo, giragli intorno. Come fa l'acqua.
Ora non si usa più insegnare il
lavoro manuale alle bambine, lo so, ma per fortuna ai miei tempi non era così.
È sempre utile avere le mani occupate. Così, se qualcuno fa un'osservazione
inopportuna, si può fingere di non aver udito. E non si deve rispondere.
Voto: 8 e 1/2
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