Titolo: Le notti di Salem
Autore: Stephen King
Anno: 1975
Pagine: 441
Trama: Da sempre a Marsten House, la maledetta dimora di Salem's
Lot, una tranquilla cittadina americana, accadono cose strane e continuano ad
accaderne, in particolare da quando due uomini misteriosi si sono stabiliti in
quella casa, disabitata da anni. Ben Mears, lo scrittore tornato a Salem's Lot
per cancellare gli incubi dell'infanzia, si troverà a fronteggiare altri
orrori. Orrori tali da gelare il sangue nelle vene.
Un altro classico di Stephen King da cui è stato tratto anche un film di successo.
Un altro classico di Stephen King da cui è stato tratto anche un film di successo.
Recensione: Uno dei più bei
romanzi di Stephen King, chiaramente ispirato a Dracula di Bram Stoker, è
impossibile infatti non rivedere alcune similitudini tra i protagonisti dei due
romanzi: Ben Mears e Jonathan Harker, per esempio, oppure Susan mi ha ricordato
sia Mina, per la sua relazione con Ben, sia Lucy, per quello che le succede, o
ancora il professor Matt Burke e Van Helsing, entrambi alla caccia del vampiro.
E infine Barlow e Dracula. La storia si apre con il ritorno di Ben Mears,
scrittore, che ha vissuto a Jerusalem’s Lot per affrontare le paure dell’infanzia.
Non solo Ben però è arrivato in città, ma anche un uomo misterioso che ha
aperto un negozio d’antiquariato che però viene gestito da un suo socio. Tutto incomincerà però con un incidente
avvenuto a due fratelli nel bosco, alla vampirizzazione di uno di questi e
quindi la diffusione del morbo. Un horror sui vampiri che si distingue dagli
altri per la sua trama e per l’attenzione che viene data non solo al lato
soprannaturale, ma anche a quello umano, a ciò che si nasconde dietro le porte
di una piccola cittadina che giorno per giorno viene contaminata da un morbo da
cui non si può guarire, ma che in fondo era già presente nella cittadina.
Questa non è la storia per chi si aspetta un lieto fine, perché il finale è
agghiacciante e la vittoria del bene sul male è fragile e momentanea. Comunque
posso dirmi soddisfatta del finale, mi è sembrato l’unico possibile in questa
storia, anche se atroce. La risposta a cosa sarebbe successo se Dracula fosse
riuscito nel suo intento di trasferirsi in una città abitata da altre persone e
fosse riuscito a diffondere il proprio male.
Citazioni:
Pensavano quasi tutti che l'uomo
e il ragazzo fossero padre e figlio.
Attraversavano il paese verso sudovest su una vecchia Citroën, tenendosi per lo più su strade secondarie, viaggiando a tappe. Prima di raggiungere la loro destinazione finale si fermarono in tre posti: la prima volta nel Rhode Island, dove l'uomo alto con i capelli neri lavorò in uno stabilimento tessile; poi a Youngstown, nell'Ohio, dove per tre mesi fu operaio alla catena di montaggio di una fabbrica di trattori; e infine in una piccola cittadina californiana vicino alla frontiera messicana, dove fece il benzinaio e il meccanico, riparando piccole automobili straniere con un successo che fu per lui insieme sorprendente e gratificante.
Attraversavano il paese verso sudovest su una vecchia Citroën, tenendosi per lo più su strade secondarie, viaggiando a tappe. Prima di raggiungere la loro destinazione finale si fermarono in tre posti: la prima volta nel Rhode Island, dove l'uomo alto con i capelli neri lavorò in uno stabilimento tessile; poi a Youngstown, nell'Ohio, dove per tre mesi fu operaio alla catena di montaggio di una fabbrica di trattori; e infine in una piccola cittadina californiana vicino alla frontiera messicana, dove fece il benzinaio e il meccanico, riparando piccole automobili straniere con un successo che fu per lui insieme sorprendente e gratificante.
Dovunque sostassero, si procurava un quotidiano del Maine, il Press-Herald di Portland, sul quale cercava tutto quello che veniva pubblicato su un borgo del Maine meridionale di nome Jerusalem's Lot e sull'area circostante. Di tanto in tanto qualcosa trovava.
Alzò gli occhi per un momento, in
un ultimo barlume di raziocinio, due circoli bianchi e strabuzzati nella faccia
imbrattata di terra e sudore.
Venere brillava, appuntata al petto del cielo.
Venere brillava, appuntata al petto del cielo.
Quando lo sconosciuto gli si
avvicinò, Dud comprese ogni cosa e ne fu felice e quando giunse il dolore, fu
dolce come argento, verde come l'acqua immobile delle profondità.
Voto: 10
Nessun commento:
Posta un commento