Titolo: Il signore delle mosche
Autore: William Golding
Pagine: 239
Anno: 1954
Trama: Un aereo cade su un'isola
deserta mentre è in corso un conflitto planetario. Sopravvivono solo alcuni
ragazzi che si mettono subito all'opera per riorganizzarsi senza l'aiuto ed il
controllo degli adulti. Sembra il prologo ideale per un romanzo d'avventura che
celebri il pragmatismo e il senso della democrazia britannici. Qualcosa invece
comincia a non funzionare come dovrebbe, emergono paure irrazionali e
comportamenti asociali, da cui si sviluppa una vicenda che metterà a nudo gli
aspetti più selvaggi e repressi della natura umana.
Recensione: Il signore delle
mosche è un romanzo sulla natura dell’uomo e sul male. La domanda su cui si
basa tutta la storia è: il male è un prodotto della società o fa parte della
natura dell’uomo? Il libro parla di un gruppo di ragazzi, sopravvissuti a un
incidente aereo, che si trovano da soli su un’isola deserta e cercano di creare
una società come quella degli adulti. Ragazzi normali, studenti modello, che
diventano mostri. Sì, perché non si può descrivere in altri modi quello che
fanno questi ragazzi che cadono preda all’irrazionalità e alla crudeltà,
arrivando a venerare una testa di maiale, il signore delle mosche, nome che
trova corrispondenza anche nella mitologia a una creatura demoniaca. Mi è
tornato in mente una nozione che ho studiato in filosofia: il contratto sociale
di Hobbes. Secondo il filosofo prima che l’uomo firmasse il contratto sociale
gli uomini vivevano in uno stato naturale crudele, in cui i forti
sottomettevano i deboli. Questo è ciò che succede sull’isola. La lotta tra
ragione e superstizione è incarnata da Ralph, unico personaggio che sembra
legato al mondo degli adulti, e Jack, che si abbandona all’istinto. Io ho fatto
il tifo per Ralph per tutto il romanzo. Intorno a questi due personaggi si
trovano gli altri ragazzi, Piggy, fin da subito designato come vittima
sacrificale, rappresentante del sapere del mondo adulto, Simon, probabilmente
epilettico, profeta, Ruggero, braccio destro di Jack, crudele e selvaggio, i
gemelli Eric e Sam, legatissimi, quasi un’unica persona. Un romanzo che lascia
un segno. Il finale secondo me vuole lasciare un po’ di speranza al lettore,
anche se a ben vedere c’è ben poco in cui sperare, perché quello che succede
sull’isola è semplicemente disumano.
Citazioni:
L'uomo produce il male come le
api producono il miele.
Le più grandi idee sono le più
semplici.
Da una parte c'era il mondo
brillante della caccia, della tattica, dei giochi feroci e pieni di destrezza;
dall'altra il mondo del senso comune, con le sue aspirazioni e con le sue
delusioni.
Voto: 10
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