giovedì 24 marzo 2016

Effi Briest

Effie Briest, figlia dell'aria



Titolo: Effi Briest

Autore: Theodor Fontane

Anno: 1895

Pagine: 270

Trama: Pubblicato nel 1895, «Effi Briest» è unanimemente ritenuto il capolavoro di Theodor Fontane e uno dei grandi romanzi europei sull'adulterio come «Madame Bovary» e «Anna Karenina». In queste pagine si racconta la vicenda di una fanciulla, Effi Briest appunto, che sposa giovanissima un antico spasimante della madre, salvo poi tradirlo più per noia che per passione. L'amore clandestino ha vita breve ed Effi ritorna a essere una sposa devota e fedele. Ma il destino è in agguato, e dopo anni di serena vita coniugale il marito scopre l'antico adulterio. Nei tragici sviluppi della vicenda a Effi, innocentemente colpevole, rimarrà solo l'affetto del padre cui aggrapparsi. Narrato con tocco delicato e profonda compassione umana, «Effi Briest» è il ritratto di un'indimenticabile figura di donna, ma anche una lucida quanto spietata denuncia dell'inesorabilità e della crudeltà delle leggi della cosiddetta "buona società".
"L'uomo naturale," spiega Fontane, "vuole vivere, non vuole essere devoto, o casto, o morale, tutti tratti artificiali il cui valore, poiché manca l'autenticità e la naturalezza, è sempre dubbio. Tale elemento naturale mi affascina da molto tempo, è l'unica cosa cui attribuisco importanza, l'unica che mi attira, ed è forse questo il motivo per cui i miei personaggi femminili sono tutti un po' disturbati. Proprio per questo mi sono cari; mi innamoro non delle loro virtù ma della loro umanità, detto altrimenti, delle loro debolezze e dei loro peccati." Il destino di Effi, la "figlia dell'aria", che ancora giovanissima viene data in moglie al prefetto von Innstetten, sarà segnato, infatti, proprio dal conflitto tra i suoi contraddittori impulsi interiori, la sua aspirazione a una vita di "tenerezza e amore", a un futuro "bello e poetico", e una realtà che invece impone all'individuo rigorosi confini.
Nel centenario della nascita, Thomas Mann rende omaggio a Fontane celebrando il suo capolavoro, «Effi Briest»: "Non si usa dire che nessuna costruzione prodotta dalla mano dell'uomo può essere perfetta? E invece, per quanto si possa essere propensi a esortare gli uomini alla modestia, l'affermazione è sbagliata, la cosa perfetta esiste: sognando l'uomo che è artista ogni tanto la produce. Sono casi, come si è detto, fortunati e rarissimi; perché accada si rende necessario un'incredibile benevolenza e grazia delle circostanze, fin le più sottili: ma se tutto torna, ecco che la cosa si forma, e il cristallo risulta puro. Fontane ha potuto godere nella sua vecchiaia la felicità e la malinconia di questa combinazione, la quale porta alla luce qualcosa di assoluto e di sommo”. 

Recensione: Una storia che strazia il cuore. Protagonista è Effi, figlia dell’aria, una donna assolutamente normale, con nessuna caratteristica particolare, che va in sposa a Von Innstetten, che tempo prima era stato lo spasimante di sua madre. Una storia banale. Banale come il tradimento di Effi che ha una relazione con un uomo vecchio e assolutamente insignificante, di cui in realtà non le importa nulla. Banale come il modo in cui l’adulterio viene scoperto, molto tempo dopo la sua fine, in un modo assolutamente casuale, ma il marito decide comunque di agire perché nonostante sia un buon’uomo è incapace di amare e di guardare oltre l’onore. Banale come la fine di questo romanzo, tragica ma senza pathos. Nessuna scelta volontaria da parte di Effi, a differenza delle sue simili Emma Bovary e Anna Karenina. Effi non reagisce mai veramente, è un personaggio triste fin dall’inizio, un personaggio senza via di scampo, la sua fine è ben chiara fin da principio, fin da quando racconta come in certe culture le adultere vengano bruciate vive con un funerale vichingo. E poi c’è la storia del misterioso cinese, di cui lei ha paura, una leggenda nera che fa presagire un finale cupo anche per la storia principale. Questo è uno di quei romanzi che o piace o non piace, a parer mio non conosce via di mezzo, e a me è piaciuto, perché racconta la banalità di una vita umana, una storia incredibilmente reale.

Citazioni:

Sì, sapeva rinunciare, la madre aveva ragione, e in quella capacità di rinuncia c'era un certa mancanza di pretese, ma se in via eccezionale voleva davvero qualcosa, doveva essere sempre una cosa assolutamente straordinaria. E su questo punto era esigente

Non essere tanto sfrenata, Effi, tanto passionale.

Prima vedi di tornar sana, Effi, completamente sana; poi si troverà anche la felicità. Non quella vecchia, ma una nuova. Grazie a Dio, i generi di felicità sono tanti; vedrai che qualcosa si troverà anche per te.

Voto: 10

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