Titolo: La donna perfetta (anche
La fabbrica delle donne)
Autore: Ira Levin
Anno: 1973
Pagine: 183
Trama: È il 1972, e New York è un luogo sporco e pericoloso per
crescerci dei figli. Così Joanna Eberhart, moglie, madre e fotografa, si
trasferisce con la famiglia nell'idillica cittadina di Stepford. Joanna è una
giovane americana degli anni Settanta, figlia di un'epoca in cui le femministe
mettono al bando busti, giarrettiere e reggiseni e si ribellano all'ingrato
destino di graziosi angeli del focolare. Naturale dunque che, una volta a
Stepford, stringa amicizia con Bobbie e Charmaine, le sole donne che, arrivate
anche loro da poco nella ridente cittadina, appaiono emancipate e brillanti
come lei. Nella linda Stepford, infatti, le mogli sembrano tutte stranamente calme
e organizzate, deliziose e avvenenti, come splendide bambole agghindate in modo
impeccabile. Bambole insulse che adorano fare shopping, pulire la casa e
piegarsi senza batter ciglio ai voleri dei loro uomini. Un weekend trascorso in
compagnia dei rispettivi mariti restituisce tuttavia a Joanna un'altra Bobbie e
un'altra Charmaine: due zombie carine e benvestite che, come due perfette mogli
di Stepford, scodinzolano servizievoli al seguito dei loro uomini. Un evento
inspiegabile, misterioso quanto il circolo maschile che si erge sulla collina
di Stepford frequentato dal marito di Joanna. Si dice che uno dei membri sia un
esperto di materie plastiche, un altro un pioniere della tecnologia robotica.
Recensione: Bel thriller! La
storia si apre con una coppia che si trasferisce a Stepford città in cui sembra
che le donne non si siano mai emancipate, ma siano casalinghe perfette, dedite
soltanto a compiacere i mariti. Joanna si trova così immersa in una realtà che
non le appartiene, visto che lei non è una donna-bambolina. Le cose però sono
ben più complesse di quello che sembrano e Joanna se ne rende conto quando
scopre che le sue uniche due amiche in questa nuova città dopo un weekend con i
rispettivi coniugi diventano anch’esse bamboline prive di volontà. A questo
punto Joanna cercherà di scoprire cosa sta succedendo a Stepford e presto
intuirà la terribile verità … un romanzo che mette i brividi nel vero termine
della parola. Ira Levin anche qui, come in Rosmary’s Baby, è molto severo con i
personaggi maschili, dedicandogli ruoli negativi, spesso quello del marito
insensibile. E questa storia è proprio
incentrata sul desiderio degli uomini di cambiare le proprie moglie, di
cambiarle fino a renderle degli autonomi, molto diverse da chi hanno sposato,
la donna perfetta, creatura che in natura non può esistere. Un finale che lascia l’amaro in bocca, che non
dà spazio alla speranza, come invece fa il film.
Voto: 9
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