lunedì 14 marzo 2016

Le notti bianche

Le notti bianche, un attimo di beatitudine



Titolo: Le notti bianche

Autore: Fedor M. Dostoevskij

Anno: 1848

Pagine: 105

Trama: Il tema del , dell'eroe solitario che - come l'eroe  schilleriano che vive nel regno dell'ideale e dell'utopia estetica più astratta - trascorre i suoi giorni immerso nella dimensione del sogno, in un paradiso di illusioni, malinconicamente sofferente e lontano dall'incolore e consueta realtà dell'esistenza quotidiana, percorre come un filo di Arianna questo racconto. In una notte bianca, crudelmente reale, passeggiando solitario l'eroe del racconto incontra sul lungofiume una ragazza che risveglia in lui il sentimento dell'amore - il simbolo della temuta vita reale -, e coraggiosamente egli decide di fuggire dal regno dei sogni e delle fantasticherie in cui trascorre i suoi giorni, aprendosi alla vita. Ma quando la ragazza gli rivela di amare un altro, la sua speranza svanisce, annullata dalla crudele vendetta del destino, ricacciata nella dimensione del sogno, a un tempo capace di dare felicità e sofferenza. Un regno delle illusioni che è anche metaforicamente simbolo del male.

Recensione: Un racconto lungo che si legge in poco tempo, ma che lascia un segno indelebile nel cuore. La storia si ambienta in poche notti durante le quali il protagonista, eroe solo, incontra una fanciulla e ascolta la sua storia, arrivando a illudersi che lei possa amarlo. Non succede molto in realtà, anzi, la storia è di per sé banale, ma è il contesto e la bravura dell’autore che la rendono indimenticabile. L’eroe di questa storia ricorda agli eroi di Dostoevskij, esclusi dalla società, alla ricerca di qualcuno che possa capirli e amarli. Il protagonista s’illuderà di aver trovato la propria metà, la notte diventerà la culla dei suoi sogni, dei suoi desideri, luogo in cui le illusioni possono diventare momentaneamente realtà. Purtroppo il giorno distruggerà tutte le speranze.

Citazioni:

Sono completamente senza una storia. Come si dice da noi, ho vissuto per me stesso, cioè completamente solo.

Io sono un sognatore; ho vissuto così poco la vita reale che attimi come questi non posso non ripeterli nei sogni.

Quanto più siamo infelici, tanto più profondamente sentiamo l'infelicità degli altri; il sentimento non si frantuma, ma si concentra.

Dio mio! Un minuto intero di beatitudine! È forse poco per colmare tutta la vita di un uomo?

Voto: 10

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