
Titolo: Le notti bianche
Autore: Fedor M. Dostoevskij
Anno: 1848
Pagine: 105
Trama: Il tema del , dell'eroe
solitario che - come l'eroe schilleriano
che vive nel regno dell'ideale e dell'utopia estetica più astratta - trascorre
i suoi giorni immerso nella dimensione del sogno, in un paradiso di illusioni,
malinconicamente sofferente e lontano dall'incolore e consueta realtà
dell'esistenza quotidiana, percorre come un filo di Arianna questo racconto. In
una notte bianca, crudelmente reale, passeggiando solitario l'eroe del racconto
incontra sul lungofiume una ragazza che risveglia in lui il sentimento
dell'amore - il simbolo della temuta vita reale -, e coraggiosamente egli
decide di fuggire dal regno dei sogni e delle fantasticherie in cui trascorre i
suoi giorni, aprendosi alla vita. Ma quando la ragazza gli rivela di amare un
altro, la sua speranza svanisce, annullata dalla crudele vendetta del destino,
ricacciata nella dimensione del sogno, a un tempo capace di dare felicità e
sofferenza. Un regno delle illusioni che è anche metaforicamente simbolo del
male.
Recensione: Un racconto lungo che
si legge in poco tempo, ma che lascia un segno indelebile nel cuore. La storia
si ambienta in poche notti durante le quali il protagonista, eroe solo,
incontra una fanciulla e ascolta la sua storia, arrivando a illudersi che lei
possa amarlo. Non succede molto in realtà, anzi, la storia è di per sé banale,
ma è il contesto e la bravura dell’autore che la rendono indimenticabile. L’eroe
di questa storia ricorda agli eroi di Dostoevskij, esclusi dalla società, alla
ricerca di qualcuno che possa capirli e amarli. Il protagonista s’illuderà di
aver trovato la propria metà, la notte diventerà la culla dei suoi sogni, dei
suoi desideri, luogo in cui le illusioni possono diventare momentaneamente
realtà. Purtroppo il giorno distruggerà tutte le speranze.
Citazioni:
Sono completamente senza una
storia. Come si dice da noi, ho vissuto per me stesso, cioè completamente solo.
Io sono un sognatore; ho vissuto
così poco la vita reale che attimi come questi non posso non ripeterli nei
sogni.
Quanto più siamo infelici, tanto
più profondamente sentiamo l'infelicità degli altri; il sentimento non si
frantuma, ma si concentra.
Dio mio! Un minuto intero di
beatitudine! È forse poco per colmare tutta la vita di un uomo?
Voto: 10
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