Titolo: L’amante di Lady
Chatterley
Autore: David Hebert Lawrence
Anno: 1928
Pagine: 336
Trama: Connie Chatterley è moglie di sir Clifford, un aristocratico
che in seguito a una ferita di guerra è diventato impotente (metafora della
sterilità intellettualistica della sua cultura e della sua classe). Connie
desidera la maternità e la sua carica vitale la spinge verso il guardacaccia
Mellors. Nasce tra i due una passione e quando Connie si accorge di aspettare
un bambino, lascia il marito e va a vivere insieme a Mellors. Per il verismo
tattile con il quale racconta l'amore sessuale, per la critica aperta alle
convenzioni sociali, per l'apparente esaltazione dell'adulterio, l'opera più
famosa di Lawrence (colpita da sentenze di oscenità e volgarità) uscì
"purgata" nel 1928, in Inghilterra; sarà pubblicata in edizione
integrale solo nel 1960.
Recensione: Romanzo scabroso per
antonomasia che racconta senza mezzi termini il rapporto tra Lady Chatterley,
giovane sposa di un uomo paralitico, e il guardacaccia Mellors, brusco e per
nulla romantico. In realtà la relazione tra i due è prima di tutto una relazione
basata sul sesso che l’autore descrive senza pudore. Devo ammettere che quando
ho iniziato a leggere questo romanzo l’ho fatto con un certo timore non essendo
il mio genere di lettura, ma sia stata la curiosità o la notorietà del romanzo
a spingermi a leggerlo non me ne sono per nulla pentita, perché qui non si
parla solo di sesso, ma di una società, quella in cui la giovane Connie è
costretta a vivere, restrittiva, non adatta a una donna come lei che viene
costretta a sposare un uomo che non può darle quello che lei desidera, una
società dell’apparenza, in cui ciò che contano sono la fama e i soldi. Un
romanzo che va capito, insomma, senza romanticismo, ben scritto, scorrevole,
per niente volgare nonostante ciò che si possa dire. Lady Chatterley decide di
non vendersi alla società, ma di lasciarsi andare solo ai propri istinti e alla
propria passione, incurante di quello che gli altri possano dire.
Citazioni:
Violata! Si poteva essere violati
senza essere mai toccati! Violati da morte parole divenute oscene, e da morte
idee tramutate in ossessioni.
Tutte le parole importanti, le
pareva, erano state cancellate, per la sua generazione: amore, gioia, felicità,
casa, madre, padre, marito; tutte queste grandi, dinamiche parole erano ormai
moribonde, e morivano di giorno in giorno. La casa era un posto dove abitare,
l'amore era qualcosa su cui non ci si faceva più illusioni, la gioia era una
parola che serviva a descrivere un bel charleston, la felicità era un termine
ipocrita impiegato per trarre in inganno il prossimo, un padre era un individuo
che si godeva la vita, un marito era un uomo con cui vivevi e cercavi di tirare
avanti in allegria. Quanto al sesso, l'ultima delle grandi parole, era solo un
termine con varie connotazioni, per indicare un'eccitazione che ti prendeva per
un po', ma poi ti lasciava più a terra di prima. Logora e consunta! Era come se
la materia di cui si era fatti fosse una stoffa scadente che diventava lisa
come un'impalpabile ragnatela.
Si sentiva debole e disperata. Avrebbe voluto che un aiuto esterno venisse a
soccorrerla. Ma non ne trovava alcuno.
Dicono che il mondo offra una miriade di possibilità, ma queste si riducono
a ben poca cosa nella maggior parte dei casi. Ci sono molti buoni pesci nel
mare…forse…ma sembra che la maggior parte di essi siano sgombri o sardine e, a
meno che non sia anche tu uno sgombro o una sardina, hai ben poche speranze di
trovare granché nel mare.
Voto: 9
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