lunedì 25 aprile 2016

L'adolescente

L'adolescente

Poesia della Szymborska in cui la poetessa si confronta con la sé adolescente. Che emozioni proveremmo se potessimo rincontrarci da ragazzine? Ci sarebbe un argomento di cui parlare? Oppure sarebbe come incontrare un estraneo? L’autrice dice di non provare affetto per la sé adolescente, con cui condivide solo data di nascita e parenti. Nemmeno il fisico è più lo stesso. La giovane sa poco ma è sicura di ciò che sa, l’adulta sa di più ma con minore certezza. Il concetto di tempo è diverso. È quasi un sollievo quando l’adolescente se ne va e unica cosa che lascia è la sciarpa fatta dalla madre che l’autrice riconosce e conserva con amore, unico legame con la propria precedente versione. 


Io un’adolescente?
Se ora, d’improvviso, si presentasse qui,
dovrei salutarla come una persona cara,
benché mi sia estranea e lontana?
Versare una lacrimuccia, baciarla sulla fronte
per la sola ragione
che la nostra data di nascita è la stessa?
Siamo così dissimili
che forse solo le ossa sono le stesse,
la calotta cranica, le orbite oculari.
Perché già gli occhi è come fossero più grandi,
le ciglia più lunghe, la statura più alta
e tutto il corpo è fasciato
dalla pelle liscia, senza un’imperfezione.
In verità ci legano parenti e conoscenti,
ma nel suo mondo di questa cerchia comune
sono quasi tutti vivi,
mentre nel mio quasi nessuno.
Siamo così diverse,
i nostri pensieri e parole così differenti.
Lei sa poco -
ma con un’ostinazione degna di miglior causa.
Io so molto di più -
ma non in modo certo.
Mi mostra delle poesie,
scritte con una grafia nitida, accurata,
con cui io non scrivo più da anni.
Leggo quelle poesie, le leggo.
Be’, forse quest’unica,
se fosse accorciata
e corretta qua e là.
Dal resto non verrà nulla di buono.
La conversazione langue.
Sul suo modesto orologio
il tempo è ancora incerto e costa poco.
Sul mio è molto più caro ed esatto.
Per commiato nulla, un sorriso abbozzato
e nessuna commozione.
Solo quando sparisce
e nella fretta dimentica la sciarpa -
Una sciarpa di pura lana,
a righe colorate,
che nostra madre
ha fatto per lei all’uncinetto.
La conservo ancora.

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