lunedì 4 aprile 2016

Le nebbie di Avalon

Le nebbie di Avalon, la storia di Artù



Titolo: Le nebbie di Avalon

Autore: Marion Zimmer Bradley

Anno: 1993

Pagine: 654

Trama: Vi fu un'epoca in cui le porte tra i mondi fluttuavano con le nebbie e si aprivano al volere del viaggiatore. Di là dal regno del reale si schiudevano allora luoghi segreti e incantati, siti arcani che sfuggivano alle leggi di Natura e si sottraevano al dominio del Tempo, territori favolosi dove le più strane e ammalianti creature parlavano lingue oggi sconosciute, avevano gesti, modi e riti oggi indecifrabili; dove nessuna cosa era identica a se stessa, ma poteva mutarsi ogni istante in un'altra. Con l'andar del tempo, però, "reale" e "immaginario" entrarono in netto contrasto. Allora come oggi, furono le donne a fare da mediatrici. Morgana, Igraine, Viviana conoscevano il modo per far schiudere le nebbie e penetrare nel magico regno di Avalon...
Una lunga cavalcata nei territori popolati da creature misteriose e ammalianti, percorsi da cavalieri solitari, dominati dalla magia e dai suoi riti indecifrabili. 

Recensione: Riuscitissima rivisitazione del mito di re Artù visto principalmente dai punti di vista femminili. Igraine,  sposata a un uomo più vecchio, destinata a sposare Uther Pendragon, il futuro Grande Re, Viviana, Dama del Lago, sacerdotessa della Dea, costretta a chinare il capo davanti al suo volere anche quando non vorrebbe, Morgause, sposata a Lot, intrigante e decisa a raggiungere il trono a qualunque costo, Morgana, innamorata non ricambiata di Lancilotto, ingannata affinché dia un figlio ad Artù, Ginevra, regina paurosa  e immatura,  il personaggio  che mi è piaciuto di meno. Si contrappongono a loro personaggi maschili che mancano di particolare spessore e di carattere, anche Artù alla fin fine si rivela debole, innamorato della sorella e succube dei voleri della moglie,  Lancilotto è incapace di amare veramente, di portare le proprie decisioni fino in fondo, Mordred è rancoroso verso un padre che non ha mai conosciuto e una madre da cui si sente abbandonato. Le vicende di corte s’intrecciano con la magia, con Avalon, che sta sempre più scomparendo nella nebbia, così come tutto ciò che è legato alla religione della Dea, matriarcale, contrapposta a quella di Dio, di cui Artù si fa portavoce, tradendo Avalon e attirandosi così su di sé la vendetta della Dea.  Significativo il finale che fa capire che in fondo nulla è cambiato. Per chiunque ami il mito di Artù e Morgana questo romanzo è imperdibile.




Citazioni:

Se il peccato è il prezzo del legame tra noi, vita dopo vita, allora peccherò con gioia per ritornare sempre a te, mia amata!

PARLA MORGANA: Ai miei tempi sono stata chiamata in molti modi: sorella, amante, sacerdotessa, maga, regina. Ora, in verità, sono una maga e forse verrà un giorno in cui queste cose dovranno essere conosciute. Ma credo che saranno i cristiani a narrare l'ultima storia. Il mondo della Magia si allontana sempre di più dal mondo dove regna il Cristo. Non ho nulla contro di lui, ma solo contro i suoi preti che negano il potere della Grande Dea oppure l'avvolgono nella veste azzurra della Signora di Nazareth e affermano che era vergine. Ma che cosa può sapere una vergine delle sofferenze dell'umanità?

Qualunque sia l'esito di questo giorno, non conoscerò più un istante di felicità, perché uno di coloro che amo deve morire...

Giaceva con i capelli incrostati di sangue, il mio Gwydion, il mio amante... e ai suoi piedi giaceva morto l'altro Gwydion, mio figlio, il figlio che non avevo mai conosciuto. Mi chinai e gli coprii il viso con il mio velo. Era la fine di un'era. In passato, il cervo giovane aveva abbattuto il Re Cervo ed era diventato Re Cervo al suo posto; ma i cervi erano stati sterminati, e il Re aveva ucciso il cervo giovane, e dopo di lui non vi sarebbe stato nessuno...
E anche il Re Cervo doveva morire.

Voto: 10

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