sabato 31 ottobre 2015

Speciale Halloween: Festeggiare Halloween in epoca vittoriana

FESTEGGIARE HALLOWEEN IN EPOCA VITTORIANA



Durante il periodo vittoriano i festeggiamenti  di Halloween erano molto diffusi tra i ceti più elevati. Le dame si mascheravano e le case venivano addobbate. Si organizzavano anche giochi e riti divinatori, un chiaro richiamo all’origine magica di Halloween. Per chiunque voglia rievocare la festa più paurosa dell’anno in stile vittoriano ecco qualche curiosità.        

 Poteri magici avevano secondo le credenze le mele. Si credeva che chi avesse sbucciato una mela in un’unica striscia avrebbe avuto fortuna per un anno, se poi vi si gettava la buccia nell’acqua questa avrebbe dovuto prendere la forma della lettera iniziale del nome di un futuro amante, inoltre si usava gettare cercare di afferrare con la bocca questo frutto immerso in una tinozza d’acqua o appeso a un filo, questo gioco aveva il nome di dooking.                           

Lo specchio, simbolo della porta per l’altro mondo, aveva un ruolo divinatorio. Le donne nubili usavano gli specchi per cercare di scorgere il viso del proprio futuro marito, mentre chiunque avrebbe potuto tentare di vedere un defunto. Chi avesse visto specchiandosi un teschio avrebbe dovuto temere: sarebbe morto infatti entro l’anno.





Dono divinatorio avevano anche la cera delle candele, che, lasciata cadere su un piatto, avrebbe rivelato il nome del futuro innamorato, e le barbabietole, più grande queste fossero state maggiore sarebbe stata la fortuna. 


Esisteva poi la tradizione dell’Halloween Pudding. Si doveva cucinare una torta e mettere al suo interno cinque oggetti (anello, bottone, chiave, ditale, moneta), quindi la si tagliava in cinque parti. L’anello avrebbe significato matrimonio entro l’anno, il bottone incontro del vero amore, la chiave viaggio imminente, il ditale rimanere celibe o nubile per l’anno, la moneta felicità e ricchezza.


 Infine si potevano posizione tre piattini, uno vuoto, uno pieno d’acqua e uno di farina. Quindi ci si bendava e si metteva il dito in uno dei piattini. Immergerlo in quello vuoto significava miseria, in quello pieno d’acqua matrimonio entro l’anno, mentre quello pieno di farina felicità e ricchezza.

E ora vi lascio alla notte più tenebrosa dell'anno.

Buon Halloween!

giovedì 29 ottobre 2015

Speciale Halloween: La fobia di Halloween

SPECIALE HALLOWEEN

LA FOBIA DI HALLOWEEN

Sembra incredibile ma qualcuno ha veramente il terrore della festa di Halloween e invece di divertirsi a intagliare zucche e a travestirsi da mostro preferisce restare chiuso in casa, lontano da tutto ciò che gli possa ricordare in quale periodo dell’anno si trova. Si chiama Samhainofobia. Spiega il divulgatore scientifico David DiSalvo su Forbes, "Non è un semplice fastidio per la festa di Halloween. Ma una fobia clinicamente diagnosticata, come lo sono l'aracnofobia (paura dei ragni) e la coimetrofobia (paura dei cimiteri). Qualche volta si presenta associata ad altre fobie come la phasmofobia (paura dei fantasmi), la wiccafobia (paura delle streghe) e la nictofobia (la paura dell'oscurità notturna)".

lunedì 26 ottobre 2015

Speciale Halloween: Frankenstein

SPECIALE HALLOWEEN

FRANKENSTEIN, STORIA DI UN UOMO CHE NON VOLEVA ARRENDERSI ALLA MORTE


Titolo: Frankenstein, o il moderno Prometeo

Autore: Mary Shelley

Pagine: 287

Anno: 1818

Trama: L'angosciante storia di uno studente che conduce macabri esperimenti nel tentativo di restituire la vita ai cadaveri. Una favola terribile capace di imporsi con la forza delle immagini e la sua autonomia di mito universale. L'opera più celebre della Shelley (1797-1851).

Recensione: Questa è la storia di un uomo che non vuole arrendersi all’idea della morte. Il giovane Victor Frankenstein è costretto ad assistere alla morte della madre, contagiata dalla scarlattina, sarà questo l’evento scatenante che lo spingerà a costruire un essere che sconfigga la morte, un essere creato dalla stessa morte, da pezzi di cadaveri sottratti al cimitero. In realtà Frankenstein si spaventa subito della creatura che ha creato e, pessimo padre e creatore, lo abbandona al suo destino, senza nemmeno darsi la pena di dargli un nome. Credo che sia questo il suo peggiore errore, non l’aver dato vita a ciò che vita non ne ha più, ma non essersi preoccupato delle conseguenze. Il mostro, così conosciuto ormai nella cultura popolare, non nasce mostro, nasce simile a un essere umano, bisognoso di affetto, costretto alla solitudine per il proprio orrendo aspetto. La leggenda narra che l’idea di questo romanzo sia nata da un sogno dell’autrice, in seguito a una gara indetta da Lord Byron il cui scopo era premiare il miglior racconto dell’orrore. Ironia della sorte nella stessa circostanza viene rilanciata un’altra figura che è entrata nell’immaginario popolare insieme a quella del mostro di Frankenstein: quella del vampiro, grazie all’omonimo racconto di Polidori. La creatura viene paragonata a Prometeo, sia perché questo si ribella a Zeus, come l’essere al suo creatore, sia perché secondo un mito riportato da Ovidio Prometeo avrebbe creato gli esseri umani dalla cera, proprio come il dottor Frankenstein crea il mostro dalle membra dei morti. La creatura è sola e si ribella a colui che le ha dato la vita senza prendersene cura, gli rovina la vita, si vendica, eppure alla fin fine è visceralmente legata a lui, forse gli vuole anche bene, l’amore del figlio escluso verso il padre che non si è mai preso cura di lui, forse è geloso, perché Frankenstein riversa il suo affetto su tutti tranne che su di lui. Il libro si chiude sul grido di dolore di un essere che non appartiene a questo mondo e che questo mondo non può accettare. Dopotutto la sua richiesta era semplice, la richiesta di un qualsiasi essere umano, un’altra creatura che rendesse meno dolorosa la propria solitudine.

Citazioni:

Niente è tanto doloroso per la mente umana quanto un grande e improvviso cambiamento.

Maledetto creatore! Perché hai dato forma ad un mostro così orrendo da suscitare persino il tuo disgusto? Dio nella sua pietà ha fatto l'uomo bello e attraente, a propria immagine; il mio aspetto, invece, è una grottesca imitazione del tuo, resa ancora più orribile dalla stessa somiglianza.

Stranissima cosa è la conoscenza! Quando si è impadronita della mente, si abbarbica ad essa come un lichene alla roccia. Qualche volta provavo il desiderio di cancellare ogni pensiero ed ogni sentimento; ma avevo imparato che esisteva un solo mezzo per vincere il dolore: la morte, uno stato che, senza conoscerlo, temevo.

Voto: 10

giovedì 22 ottobre 2015

Speciale Halloween: Vampiri sconfitti dalla matematica

SPECIALE HALLOWEEN

Vampiri sconfitti dalla matematica 

Niente pace per i vampiri. Efthimiou usa la matematica per dimostrare che i vampiri non posso esistere. Sostiene infatti che se un vampiro succhiasse il sangue a una persona al mese, in un paio d'anni gli umani sparirebbero dalla faccia della terra. Lo scienziato basa questa sua affermazione calcolando la presenza sul nostro pianeta di un vampiro e 537 milioni di umani nel primo giorno dell'anno 1600, giungendo alla conclusione che nel luglio del 1602 la popolazione sarebbe stata costituita unicamente da mostri assetati di sangue. Una smentita che non impedirà di vedere i vampiri la notte di Halloween!

lunedì 19 ottobre 2015

Speciale Halloween: Dracula

Speciale Halloween: Dracula, storia di un incompreso




Titolo: Dracula

Autore: Bram Stoker

Anno: 1897

Pagine: 528

Trama: Scritto da Bram Stoker nel 1897, fin dal suo primo apparire Dracula ha fornito l'archetipo alle numerose storie di vampiri che si sono succedute nella letteratura e nel cinema. Ispirato alle figure storiche del principe romeno Vlad II detto Dracul («il diavolo») e di suo figlio Vlad III, l'Impalatore, Dracula-Nosferatu (colui che non muore, il morto vivente) è un personaggio più che mai inquietante. Nel tratteggiarlo Bram Stoker ha dato fondo a tutte le risorse della sua fantasia e a tutti gli espedienti di un calibratissimo mestiere. Da queste pagine si sprigiona così una magia che giunge fino alle soglie dell'incubo. Dracula rappresenta infatti in modo del tutto originale l'eterna vicenda della lotta tra il Bene e il Male, sullo sfondo di una storia che scaturisce direttamente dall'inconscio e, come tale, parla in termini che si impongono immediatamente alla fantasia di ciascuno di noi, per entrare nei nostri sogni più spaventosi. Né bastano esorcismi razionalistici a toglierle l'irresistibile suggestione, la possente ossessività che la pervade.

Recensione: Classico della letteratura gotica, Dracula ha avuto la capacità di fissare nell’immaginario collettivo la figura del vampiro, rilanciata tempo prima da Polidori. Dracula è un romanzo epistolare, quindi abbiamo la possibilità di vedere la vicenda da vari punti di vista. Il prima a parlare è Jonathan Harker, giovane avvocato, figlio dell’epoca moderna, incapace, inizialmente, di concepire l’esistenza di un mostro come Dracula. Poi abbiamo gli altri personaggi: Mina, la sua fidanzata, che lo attende, innamorata e preoccupata, Lucy, la bella amica di Mina, corteggiata da tutti, destinata a un finale tragico, Jack Seward, medico che dirige un manicomio, primo ad accorgersi che qualcosa non va, Van Helsing, anziano medico che sa dell’esistenza dei vampiri. Non conosciamo però il punto di vista di Dracula, un grande assente, a parer mio, e così siamo costretti a ricavare i suoi pensieri dalle sue azioni. A me è parso, tutto sommato, un essere solo, costretto a vivere avvolto nelle tenebre, nell’anonimato. Indimenticabile come inizialmente accoglie Jonathan, s’impegna perché si senta bene al castello, ma alla fin fine la sua natura diventa impossibile da sconfiggere. Cattivo memorabile, rappresenterebbe la tentazione sessuale in epoca vittoriana, periodo in cui ogni genere di riferimento alla sessualità era bandito. Dracula seduce prima Lucy e poi Mina, si prende la colpa del loro desiderio, diventa capro espiatorio perfetto e come ogni capro espiatorio deve essere sacrificato, in questo caso alla morale, perché non è accettabile che una signorina per bene si lasci andare a certi atteggiamenti di propria spontanea volontà. Anche le tre vampire che vivono con Dracula, chi siano non ci viene detto ma noi possiamo ipotizzare che siano donne perdute, precedentemente sedotte e trasformate dal vampiro, sono seduttrici, seducono Jonathan ed è solo l’interveneto del conte che lo salva (senza contare, aggiungo una mia opinione, che in realtà il giovane avvocato era stato messo in guardia dal non visitare il castello di notte, quindi tutto innocente non era!). Anche Lucy dopo la trasformazione cambia, vaga di notte alla ricerca di sangue. Il finale è la chiara vittoria del Bene sul Male, della Scienza sulla Superstizione, se solo poco tempo prima il vampiro di Polidori continuava a vivere tranquillo dopo aver distrutto la vita del protagonista, a fine Ottocento questo non è più possibile e Dracula, essere appartenente al passato e alle leggende, è costretto a chinare il capo davanti al mondo in via di cambiamento.

Citazioni:

Noi donne siamo talmente codarde che pensiamo che un uomo ci proteggerà dalle paure, e allora lo sposiamo.

Ah, errore di nostra scienza che è di pretendere di spiegare tutto! E se non spiega, essa allora dice che non è niente da spiegare. Ma noi vediamo attorno a noi ogni giorno nascita di nuove credenze, che si pretendono nuove; e le quali sono soltanto le vecchie, che fingono se stesse giovani, come le signore eleganti all'opera.

Perché la vita in fondo cos'è? Solo l'attesa di qualcosa d'altro, no? E la morte l'unica cosa che possiamo essere sicuri che viene.

Voto: 10