FRANKENSTEIN, STORIA DI UN UOMO CHE NON VOLEVA ARRENDERSI ALLA MORTE
Titolo: Frankenstein, o il moderno Prometeo
Autore: Mary Shelley
Pagine: 287
Anno: 1818
Trama: L'angosciante storia di uno studente che conduce
macabri esperimenti nel tentativo di restituire la vita ai cadaveri. Una favola
terribile capace di imporsi con la forza delle immagini e la sua autonomia di
mito universale. L'opera più celebre della Shelley (1797-1851).
Recensione: Questa è la storia di un uomo che non vuole
arrendersi all’idea della morte. Il giovane Victor Frankenstein è costretto ad
assistere alla morte della madre, contagiata dalla scarlattina, sarà questo l’evento
scatenante che lo spingerà a costruire un essere che sconfigga la morte, un
essere creato dalla stessa morte, da pezzi di cadaveri sottratti al cimitero.
In realtà Frankenstein si spaventa subito della creatura che ha creato e,
pessimo padre e creatore, lo abbandona al suo destino, senza nemmeno darsi la
pena di dargli un nome. Credo che sia questo il suo peggiore errore, non l’aver
dato vita a ciò che vita non ne ha più, ma non essersi preoccupato delle
conseguenze. Il mostro, così conosciuto ormai nella cultura popolare, non nasce
mostro, nasce simile a un essere umano, bisognoso di affetto, costretto alla
solitudine per il proprio orrendo aspetto. La leggenda narra che l’idea di
questo romanzo sia nata da un sogno dell’autrice, in seguito a una gara indetta
da Lord Byron il cui scopo era premiare il miglior racconto dell’orrore. Ironia
della sorte nella stessa circostanza viene rilanciata un’altra figura che è
entrata nell’immaginario popolare insieme a quella del mostro di Frankenstein:
quella del vampiro, grazie all’omonimo racconto di Polidori. La creatura viene
paragonata a Prometeo, sia perché questo si ribella a Zeus, come l’essere al
suo creatore, sia perché secondo un mito riportato da Ovidio Prometeo avrebbe
creato gli esseri umani dalla cera, proprio come il dottor Frankenstein crea il
mostro dalle membra dei morti. La creatura è sola e si ribella a colui che le ha
dato la vita senza prendersene cura, gli rovina la vita, si vendica, eppure
alla fin fine è visceralmente legata a lui, forse gli vuole anche bene, l’amore
del figlio escluso verso il padre che non si è mai preso cura di lui, forse è
geloso, perché Frankenstein riversa il suo affetto su tutti tranne che su di
lui. Il libro si chiude sul grido di dolore di un essere che non appartiene a
questo mondo e che questo mondo non può accettare. Dopotutto la sua richiesta
era semplice, la richiesta di un qualsiasi essere umano, un’altra creatura che
rendesse meno dolorosa la propria solitudine.
Citazioni:
Niente è tanto doloroso per la mente umana quanto un grande
e improvviso cambiamento.
Maledetto creatore! Perché hai dato forma ad un mostro così
orrendo da suscitare persino il tuo disgusto? Dio nella sua pietà ha fatto
l'uomo bello e attraente, a propria immagine; il mio aspetto, invece, è una
grottesca imitazione del tuo, resa ancora più orribile dalla stessa
somiglianza.
Stranissima cosa è la conoscenza! Quando si è impadronita
della mente, si abbarbica ad essa come un lichene alla roccia. Qualche volta
provavo il desiderio di cancellare ogni pensiero ed ogni sentimento; ma avevo
imparato che esisteva un solo mezzo per vincere il dolore: la morte, uno stato
che, senza conoscerlo, temevo.
Voto: 10
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