Titolo: Dracula
Autore: Bram Stoker
Anno: 1897
Pagine: 528
Trama: Scritto da Bram Stoker nel 1897, fin dal suo primo
apparire Dracula ha fornito l'archetipo alle numerose storie di vampiri che si
sono succedute nella letteratura e nel cinema. Ispirato alle figure storiche
del principe romeno Vlad II detto Dracul («il diavolo») e di suo figlio Vlad
III, l'Impalatore, Dracula-Nosferatu (colui che non muore, il morto vivente) è
un personaggio più che mai inquietante. Nel tratteggiarlo Bram Stoker ha dato
fondo a tutte le risorse della sua fantasia e a tutti gli espedienti di un
calibratissimo mestiere. Da queste pagine si sprigiona così una magia che
giunge fino alle soglie dell'incubo. Dracula rappresenta infatti in modo del
tutto originale l'eterna vicenda della lotta tra il Bene e il Male, sullo
sfondo di una storia che scaturisce direttamente dall'inconscio e, come tale,
parla in termini che si impongono immediatamente alla fantasia di ciascuno di
noi, per entrare nei nostri sogni più spaventosi. Né bastano esorcismi
razionalistici a toglierle l'irresistibile suggestione, la possente ossessività
che la pervade.
Recensione: Classico della letteratura gotica, Dracula ha avuto
la capacità di fissare nell’immaginario collettivo la figura del vampiro,
rilanciata tempo prima da Polidori. Dracula è un romanzo epistolare, quindi
abbiamo la possibilità di vedere la vicenda da vari punti di vista. Il prima a
parlare è Jonathan Harker, giovane avvocato, figlio dell’epoca moderna,
incapace, inizialmente, di concepire l’esistenza di un mostro come Dracula. Poi
abbiamo gli altri personaggi: Mina, la sua fidanzata, che lo attende,
innamorata e preoccupata, Lucy, la bella amica di Mina, corteggiata da tutti, destinata
a un finale tragico, Jack Seward, medico che dirige un manicomio, primo ad
accorgersi che qualcosa non va, Van Helsing, anziano medico che sa dell’esistenza
dei vampiri. Non conosciamo però il punto di vista di Dracula, un grande
assente, a parer mio, e così siamo costretti a ricavare i suoi pensieri dalle
sue azioni. A me è parso, tutto sommato, un essere solo, costretto a vivere
avvolto nelle tenebre, nell’anonimato. Indimenticabile come inizialmente
accoglie Jonathan, s’impegna perché si senta bene al castello, ma alla fin fine
la sua natura diventa impossibile da sconfiggere. Cattivo memorabile,
rappresenterebbe la tentazione sessuale in epoca vittoriana, periodo in cui ogni
genere di riferimento alla sessualità era bandito. Dracula seduce prima Lucy e
poi Mina, si prende la colpa del loro desiderio, diventa capro espiatorio
perfetto e come ogni capro espiatorio deve essere sacrificato, in questo caso
alla morale, perché non è accettabile che una signorina per bene si lasci andare
a certi atteggiamenti di propria spontanea volontà. Anche le tre vampire che
vivono con Dracula, chi siano non ci viene detto ma noi possiamo ipotizzare che
siano donne perdute, precedentemente sedotte e trasformate dal vampiro, sono
seduttrici, seducono Jonathan ed è solo l’interveneto del conte che lo salva (senza
contare, aggiungo una mia opinione, che in realtà il giovane avvocato era stato
messo in guardia dal non visitare il castello di notte, quindi tutto innocente
non era!). Anche Lucy dopo la trasformazione cambia, vaga di notte alla ricerca
di sangue. Il finale è la chiara vittoria del Bene sul Male, della Scienza
sulla Superstizione, se solo poco tempo prima il vampiro di Polidori continuava
a vivere tranquillo dopo aver distrutto la vita del protagonista, a fine
Ottocento questo non è più possibile e Dracula, essere appartenente al passato
e alle leggende, è costretto a chinare il capo davanti al mondo in via di cambiamento.
Citazioni:
Noi donne siamo talmente codarde che pensiamo che un uomo ci
proteggerà dalle paure, e allora lo sposiamo.
Ah, errore di nostra scienza che è di pretendere di spiegare
tutto! E se non spiega, essa allora dice che non è niente da spiegare. Ma noi
vediamo attorno a noi ogni giorno nascita di nuove credenze, che si pretendono
nuove; e le quali sono soltanto le vecchie, che fingono se stesse giovani, come
le signore eleganti all'opera.
Perché la vita in fondo cos'è? Solo l'attesa di qualcosa
d'altro, no? E la morte l'unica cosa che possiamo essere sicuri che viene.
Voto: 10
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