giovedì 1 ottobre 2015

L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello

L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello, casi al limite della realtà





Titolo: L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello

Autore: Oliver Sacks

Pagine: 318

Anno di pubblicazione:  1985

Trama: "Oliver Sacks è un neurologo, ma il suo rapporto con la neurologia è simile a quello di Groddeck con la psicoanalisi. Perciò Sacks è anche molte altre cose: ""Mi sento infatti medico e naturalista al tempo stesso; mi interessano in pari misura le malattie e le persone; e forse anche sono insieme, benché in modo insoddisfacente, un teorico e un drammaturgo, sono attratto dall'aspetto romanzesco non meno che da quello scientifico, e li vedo continuamente entrambi nella condizione umana, non ultima in quella che è la condizione umana per eccellenza, la malattia: gli animali si ammalano, ma solo l'uomo cade radicalmente in preda alla malattia"". E anche questo va aggiunto: Sacks è uno scrittore con il quale i lettori stabiliscono un rapporto di tenace affezione, come fosse il medico che tutti hanno sognato e mai incontrato, quell'uomo che appartiene insieme alla scienza e alla malattia, che sa far parlare la malattia, che la vive ogni volta in tutta la sua pena e però la trasforma in un ""intrattenimento da Mille e una notte"". Questo libro, che si presenta come una serie di casi clinici, è un frammento di tali Mille e una notte - e ciò può aiutare a spiegare perché abbia raggiunto negli Stati Uniti un pubblico vastissimo. Nella maggior parte, questi casi - ma Sacks li chiama anche ""storie o fiabe"" - fanno parte dell'esperienza dell'autore. Così, un giorno, Sacks si è trovato dinanzi ""l'uomo che scambiò sua moglie per un cappello"" e ""il marinaio perduto"". Si presentavano come persone normali: l'uno illustre insegnante di musica, l'altro vigoroso uomo di mare. Ma in questi esseri si apriva una voragine invisibile: avevano perduto un pezzo della vita, qualcosa di costitutivo del 'sé'. Il musicista carezza distrattamente i parchimetri credendo che siano teste di bambini. Il marinaio non può neppure essere ipnotizzato perché non ricorda le parole dette dall'ipnotizzatore un attimo prima. Che cosa vive, se non sa nulla di ciò che ha appena vissuto? "

Recensione: Un saggio molto particolare. Questo libro presenta diverse patologie neurologiche, dal caso del dottor P, l’uomo che scambiò la moglie per un cappello, affetto da prosopagnosia e incapace a riconoscere i visi, a Christine, ventisettenne che a seguito di un ricovero in ospedale per un banale intervento perde la propria percezione di sé e si sente “disincarnata”. Dal marinaio che ha perso gran parte dei suoi ricordi e crede di essere ancora un ragazzo all’anziana affetta in gioventù dalla malattia di Cupido e che ha perso il controllo sulla sua libido. Da pazienti che non sentono come proprio un arto ad anziane signore che rivivono ricordi e sentono canzoni della giovinezza. Ci sono tante storie di pazienti in questo libro, storie di persone che ormai sono un tutt’uno con la loro malattia. Un saggio interessante, scritto in maniera semplice, comprensibile anche a chi è a digiuno da termini medici. Storie che sembrano incredibili, al limite della realtà e che invece ci mostrano quanto importante sia la nostra mente, il nostro cervello. A chiunque interessino gli strani casi medici questo è il libro che fa per voi e per chiunque voglia riflettere sulla condizione degli esseri umani.

Citazioni:

«Che cos'è questo?» chiesi mostrandogli una foto sulla rivista che avevo in mano.
«La luna» rispose.
«No» dissi. «È una foto della terra presa dalla luna».
«Lei vuol scherzare, dottore! Avrebbero dovuto portare una macchina fotografica fin lassù!».
«Appunto».
«Questa, poi! Ma scherza? Come diavolo si farebbe?».
A meno che non fosse un attore eccellente, un impostore che simulava uno stupore non provato, questa era una convincentissima dimostrazione che egli viveva ancora nel passato. Le sue parole, le sue emozioni, la sua innocente meraviglia, il suo sforzo per trovare un senso in quanto vedeva, erano appunto quelli di un ragazzo intelligente degli Anni Quaranta messo di fronte al futuro, al non ancora accaduto e al quasi inimmaginabile. «È questo fatto, più di ogni altro,» scrissi nei miei appunti «che non mi persuade della genuinità del suo blocco al 1945... Ciò che gli ho detto e mostrato ha prodotto l'autentico stupore che avrebbe suscitato in un ragazzo intelligente dell'era pre-Sputnik»

Se un uomo ha perso una gamba o un occhio, sa di averli persi; ma se ha perso un sé, se stesso, non può saperlo, perché egli non c'è più per saperlo

Voto: 9

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