Titolo: Il ballo
Autore: Irène Némirovsky
Anno: 1930
Pagine: 83
Trama: La quattordicenne Antoinette decide di gettare nella
Senna tutti gli inviti che la madre, volgare e arcigna parvenue, ha stilato per
il ballo destinato a segnare il suo ingresso nella brillante società parigina.
È una vendetta, chela ragazza consuma nei confronti della madre. In poche
pagine, con una scrittura scarna ed essenziale, l'autrice riesce a raccontare
un dramma dell'amore, del risentimento e dell'ambizione. Irène Némirovsky, nata
a Kiev nel 1903, è morta ad Auschwitz nel 1942.
Recensione: Un racconto lungo, la storia del rapporto tra
madre figlia, un tema caro a quest’autrice che ebbe un rapporto conflittuale
con la propria genitrice. Antoinette è
una ragazzina di quattordici anni, desiderosa di debuttare nella società
parigina e quale migliore occasione del ballo che la madre sta organizzando? Ma
la madre non vuole che lei cresca perché non vuole invecchiare, non vuole
essere lasciata in disparte, così impedisce alla figlia di parteciparvi e le
annuncia che dovrà stare in una stanzetta, costretta a sentire la musica e le
risate, costretta a essere così vicina a ciò che non le viene concesso. La
vendetta di Antoinette sarà inevitabile e colpirà a fondo l’orgoglio della
madre. Bella storia. Antoinette è la rappresentante di tutte quelle ragazzine
che vogliono diventare donne, che vogliono immediatamente qualcosa, che non
hanno la pazienza di aspettare, che vogliono amare ed essere amate, che
vogliono essere tanto belle da attirare gli sguardi di tutti gli uomini, così
entra in conflitto con la madre, donna interessata solo a se stessa, che non
cede davanti a un desiderio della figlia che poi alla fin fine non è nemmeno
così assurdo. Una storia su quanto possa essere dura l’adolescenza, su quanto
tutto, anche il rifiuto di un genitore, possa essere ingigantito.
Citazioni:
Ancora un'ora perduta, sprofondata nel nulla, che è scorsa
fra le dita come acqua e che non tornerà mai più...
E' il sangue a determinare la vita delle passioni. Il
cosiddetto libero arbitrio non è altro che l'ingannevole strumento del fato:
ognuno va irresistibilmente verso la propria sorte credendo di sceglierla. La
funzione dell'individuo, la sola che gli sia riconosciuta, è trovare e
percorrere fino in fondo la strada che lo condurrà al suo destino, inscritto
nel suo codice genetico. E il sangue e le relazioni di sangue sono fatali.
Viene da lontano, dall'infanzia. Credere con tutto il cuore
che la vita sia popolata da mostri.
Il mondo intero è pieno di uomini e donne che si amano...
Perché io no?.
Voglio vivere io, io. Forse, in fondo, queste parole le
facevano più male del resto... Mai Antoniette aveva visto negli occhi materni
questo sguardo freddo di donna, di nemica...
Sporchi egoisti; sono io che voglio vivere, io, io, sono giovane, io... Mi derubano, mi privano della mia parte di felicità in terra... Oh! Intrufolarsi al ballo per miracolo, essere la più bella, la più affascinante, gli uomini ai propri piedi!.
Sporchi egoisti; sono io che voglio vivere, io, io, sono giovane, io... Mi derubano, mi privano della mia parte di felicità in terra... Oh! Intrufolarsi al ballo per miracolo, essere la più bella, la più affascinante, gli uomini ai propri piedi!.
La schiavitù, la prigione, ripetere giorno dopo giorno gli
stessi gesti alla stessa ora... Alzarsi, vestirsi... gli abitini scuri, i pesanti
stivaletti, le calze a costine, fatti apposta, apposta, come una livrea,
affinché nessuno per strada segua con lo sguardo neppure per un istante questa
ragazzina insignificante che cammina... Stupidi, non vedrete mai più questa
carne vellutata e le palpebre lisce, intatte, fresche e ombrate, e questi begli
occhi spaventati, sfrontati, che chiamano, ignorano, aspettano... Mai più, mai
più... Aspettare... E i cattivi desideri... Perché quell'invidia vergognosa,
disperata, che consuma il cuore, nel vedere passeggiare due innamorati al
tramonto, che si baciano mentre camminano e vacillano un poco, come ebbri?...
Un odio da zitella a quattordici anni? Eppure sa che avrà anche lei la sua
parte; ma ci vorrà tanto tempo, così tanto, non arriverà mai, e, nell'attesa,
quella vita meschina, umiliata, le lezioni, la dura disciplina, la madre che
grida...
Voto: 9
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