Titolo: Il deserto dei Tartari
Autore:Dino Buzzati
Anno: 1940
Pagine: 234
Trama: Giovanni Drogo, un sottotenente, viene mandato in una
lontana fortezza. A nord della fortezza c'è il deserto da cui si attende
un'invasione dei tartari. Ma l'invasione, sempre annunciata, non avviene e l'addestramento,
i turni di guardia, l'organizzazione militare, appaiono cerimoniali senza
senso. Quando Drogo torna in città per una promozione, si accorge di aver perso
ogni contatto con il mondo e che ormai la sua unica ragione di vita è l'inutile
attesa del nemico. Tornato alla fortezza, si ammala e proprio allora accade
l'evento tanto aspettato: i tartari avanzano dal deserto. Nell'emozione e nella
confusione del momento, senza che lui possa prendere parte ai preparativi di
difesa, Drogo muore, dimenticato da tutti.
Recensione: Un romanzo sull’attesa e su come una vita possa
passare in un attimo. In realtà in questa storia succede ben poco per non dire
nulla. Il protagonista, il giovane Giovanni Drogo, parte di malavoglia per la
fortezza Bastiani, luogo che dovrebbe proteggere il Paese dai leggendari
Tartari, popolazione del Nord che ormai da molto tempo non da più segni di vita. Ma lentamente Giovanni si troverà risucchiato
dalle dinamiche di questo luogo, dalla ripetizione, dalla quotidianità, così
tanto da non volere più andare via, desideroso di affrontare gli invasori. L’idea
del romanzo nasce proprio dalla ripetitività del lavoro dell’autore. E ogni
accadimento oltre la Fortezza, ogni minimo indizio che possa suggerire che i Tartari
stiano per attaccare crea agitazione tra i soldati. Drogo è solo, ha scelto una
vita solitaria, ha rinunciato all’amore, all’amicizia, alla vita, forse lo ha
fatto per vigliaccheria perché è più semplice nascondersi dietro rituali
ripetitivi piuttosto che affrontare i pericoli del mondo e i suoi imprevisti.
Drogo ha deciso di attendere e nemmeno quando durante le licenze ritorna a casa
si trova per davvero a casa, qualcosa è cambiato mentre lui non c’era, il mondo
è andato avanti, mentre lui è rimasto fermo, o meglio è rimasto fermo il suo spirito
mentre il suo corpo ha continuato a invecchiare. Drogo ha subito l’influsso
della Fortezza Bastiani e quando infine potrebbe raccogliere il frutto delle
sue rinunce non è più in salute per farlo. Bellissimo romanzo, non adatto a chi
vuole molta azione in quanto statico.
Citazioni:
A poco a poco la fiducia si affievoliva. Difficile è credere
in una cosa quando si è soli, e non se ne può parlare con alcuno. Proprio in
quel tempo Drogo si accorse come gli uomini, per quanto possano volersi bene, rimangano
sempre lontani; che se uno soffre, il dolore è completamente suo, nessun altro
può prenderne su di sé una minima parte; che se uno soffre, gli altri per
questo non sentono male, anche se l'amore è grande, e questo provoca la
solitudine della vita.
Che triste sbaglio , penso' Drogo, forse tutto e' così,
crediamo che attorno ci siano creature simili a noi e invece non c'è che gelo,
pietre che parlano una lingua straniera, stiamo per salutare l'amico ma il
braccio ricade inerte, il sorriso si spegne, perché ci accorgiamo di essere
completamente soli.
Pure se gli avessero detto: sempre così fino che vivi, tutto
uguale fino in fondo, anche lui si sarebbe svegliato. Impossibile, avrebbe
detto. Qualche cosa di diverso dovrà pur venire, qualche cosa di veramente
degno, da poter dire: adesso, anche se è finita, pazienza.
Voto: 10
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