Titolo: La ragazza nella nebbia
Autore: Donato Carrisi
Anno: 2015
Pagine: 400
Trama: La notte in cui tutto cambia per
sempre è una notte di ghiaccio e nebbia ad Avechot, un paese rintanato in una
valle profonda fra le ombre delle Alpi. Forse è stata proprio colpa della
nebbia se l'auto dell'agente speciale Vogel è finita in un fosso. Un banale
incidente. Vogel è illeso, ma sotto shock. Non ricorda perché è lì e come ci è
arrivato. Eppure una cosa è certa: l'agente speciale Vogel dovrebbe trovarsi da
tutt'altra parte, lontano da Avechot. Infatti, sono ormai passati due mesi da
quando una ragazzina del paese è scomparsa nella nebbia. Due mesi da quando
Vogel si è occupato di quello che, da semplice caso di allontanamento
volontario, si è trasformato prima in un caso di rapimento e, da lì, in un
colossale caso mediatico. Perché è questa la specialità di Vogel. Non gli
interessa nulla del dna, non sa che farsene dei rilevamenti della scientifica,
però in una cosa è insuperabile: manovrare i media. Attirare le telecamere,
conquistare le prime pagine. Ottenere sempre più fondi per l'indagine grazie
all'attenzione e alle pressioni del "pubblico a casa". Santificare la
vittima e, alla fine, scovare il mostro e sbatterlo in galera. Questo è il suo
gioco, e questa è la sua "firma". Perché ci vuole uno come lui, privo
di scrupoli, per far sì che un crimine riceva ciò che gli spetta: non tanto una
soluzione, quanto un'audience. Sono passati due mesi da tutto questo, e
l'agente speciale Vogel dovrebbe essere lontano, ormai, da quelle montagne
inospitali. Ma allora, cosa ci fa ancora lì?
Recensione: Una notte l’agente
speciale Vogel viene ritrovato dentro l’auto in un fosso, sporco di sangue. Ma
quel sangue non è il suo. E allora di chi è? Flores è chiamato per cercare di
far parlare l’agente, per vincere la sua resistenza. La storia di Vogel ha però
avuto inizio due mesi prima con la sparizione di Anna Lou, sedicenne dai
capelli rossi, amante dei gatti, senza ombre nella propria vita, anzi, fin
troppo riservata e tranquilla. Un thriller particolare. Perché Vogel non è un
normale agente che vuole risolvere un caso, no, lui non gioca a carte scoperte
per scoprire il nome del colpevole, no, lui gioca per trovare un mostro e darlo
in pasto ai media, così da poter difendere la propria reputazione di cacciatore
di mostri. E cosa succede se il mostro è quello sbagliato? Se viene accusato
della sparizione un uomo all’apparenza tranquillo, con moglie e figlia? Un uomo
però non del tutto al di fuori dei sospetti? E Vogel sa che quell’uomo è
colpevole, se lo sente. E farà di tutto per arrestarlo. Un romanzo che lascia
con il fiato sospeso. Originale la figura di Vogel, non più un vero poliziotto
ormai, ma semplicemente un attore, una creatura che si muove davanti alle
telecamere, che sceglie con cura l’abito da indossare, che vende le
informazioni ai giornalisti, privo di scrupoli e opportunista. E cosa dire del
professor Martini? Unico indagato di un crimine che sembra non aver commesso,
ma le zone d’ombra a ben guardare ci sono. E infine, sullo sfondo, l’uomo della
nebbia, responsabile di una serie di sparizioni avvenute molto tempo prima e
che potrebbe aver deciso di riprendere la propria opera. Da leggere tutto d’un
fiato per immergersi in un thriller dal finale sconvolgente. Ecco, l’unica
pecca è il finale, sì sconvolgente, ma un po’ troppo sbrigativo. Il resto è
tutto da leggere.
Citazioni:
Lo avevano fatto accomodare nel
suo ambulatorio. Aprendo la porta, Flores scorse subito la figura dell’uomo
seduto su una delle due poltroncine posizionate di fronte alla scrivania
ingombra di carte. Indossava un cappotto scuro di cachemire e aveva le spalle
ricurve, sembrò non accorgersi nemmeno che era entrato qualcuno. Flores appese
il giaccone all’attaccapanni e si massaggiò le mani ancora intirizzite dal
freddo. «Buonasera» disse dirigendosi verso il calorifero per assicurarsi che
fosse acceso. In realtà era solo un pretesto per posizionarsi di fronte
all’uomo e accertarsi delle sue condizioni ma, soprattutto, per comprendere il
senso delle parole della Mayer. Sotto il cappotto, Vogel vestiva in maniera
elegante. Completo blu scuro, cravatta di seta azzurro polvere con piccoli
motivi floreali, un fazzoletto giallo nel taschino della giacca, camicia bianca
e gemelli d’oro rosa di forma ovale. Solo che il suo aspetto sembrava
sgualcito, come se portasse quegli abiti da settimane. Vogel sollevò per un
attimo gli occhi su di lui, senza rispondere al saluto. Poi lo sguardo gli
ricadde sulle mani adagiate in grembo. Lo psichiatra si interrogò sul bizzarro
scherzo della sorte che aveva deciso di metterli l’uno davanti all’altro.
Voto: 9
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