giovedì 14 gennaio 2016

L'isola della paura

L'isola della paura, dove inizia la follia



Titolo: L’isola della paura

Autore: Dennis Lehane

Pagine: 379

Anno: 2005

Trama: 1954, settembre. L'agente federale Teddy Daniels viene inviato sull'isola di Shutter, al largo di Boston, dove si trova l'Ashecliffe Hospital, destinato alla detenzione e alla cura dei criminali psicopatici. Deve trovare una detenuta scomparsa, Rachel Solando, condannata per omicidio, ma un uragano si abbatte sull'isola, impedendo qualsiasi collegamento con il resto del mondo. Ma sull'isola, niente è davvero quello che sembra, e gli interrogativi si accavallano: come ha fatto la Solando a sparire nel nulla? Chi semina strani indizi in codice? E cosa sta cercando Teddy Daniels? Una detenuta scomparsa, oppure le prove che all'Ashecliffe Hospital si fanno esperimenti sugli esseri umani, o ancora qualcosa di più profondo, che lo tocca personalmente?

Recensione: Secondo romanzo di Dennis Lehane che leggo e che non delude per niente le mie aspettative. Un romanzo in cui viene analizzata la follia, quanto sia labile il confine tra pazzia e sanità mentale. Protagonista è Teddy Daniels, agente federale con un tragico passato alle spalle, un lutto che proprio non riesce a superare. Accompagnato dal suo collega Chuck Teddy è mandato a indagare sulla sparizione di una paziente da un oscuro ospedale psichiatrico. In realtà Teddy ha già fatto delle ricerche su quel luogo e sospetta che non sia un semplici ospedale psichiatrico ma che lì si pratichino oscuri esperimenti. E com’è possibile che non nessuno abbia visto la paziente mentre scappava? Le cose non sono come sembrano e Teddy si troverà in una situazione irreale in cui non potrà fidarsi di nessuno, nemmeno del suo collega. E intanto Teddy cercherà di scoprire dov’è Andrew Laddis, l’uomo che ha cambiato per sempre la sua vita e che si trova sull’isola. Un romanzo incantevole, il finale lascia letteralmente a bocca aperta. Un romanzo che parla di quanto in fondo l’amore non possa nulla contro la malattia mentale, un romanzo su come alla fin fine, per quanto la evitiamo, la realtà ci finisce addosso. Da leggere. Da questo romanzo è tratto l'omonimo film.

Citazioni:

Teddy la sentì dentro di sé, premuta alla base della gola. Poteva vederla seduta nell'aria densa di giugno, in quella luce arancione scuro che le città assumono nelle sere d'estate appena dopo il tramonto; lei sollevava lo sguardo mentre lui accostava al marciapiede e i bambini tornavano dalle loro partite di baseball in mezzo alla strada. I panni stesi sventolavano sopra le loro teste, e lei lo guardava avvicinarsi con il mento posato sul palmo della mano e la sigaretta vicino all'orecchio; quella volta lui le aveva portato dei fiori e lei era il suo amore, semplicemente, la sua ragazza che lo osservava avvicinarsi come se volesse imparare a memoria quel suo modo di camminare, quei fiori e quel momento.
Lui avrebbe voluto chiederle che rumore fa un cuore quando si rompe per la gioia, quando è sufficiente la vista di qualcuno per riempirti come né il cibo, né il sangue né l'aria potranno mai fare; quando ti senti come se fossi nato per vivere un momento preciso e quel momento, per qualche ragione particolare, era proprio quello.

"Questo mondo non può darmi una cosa simile. Questo mondo può soltanto mostrarmi quello che non ho, che non potrò mai avere, che non ho avuto per così tanto tempo. Dovevamo invecchiare insieme, Dolores. Avere dei bambini. Fare passeggiate sotto gli alberi. Volevo guardare le rughe scolpirsi nella tua pelle e sapere quando ognuna era apparsa. Morire insieme a te. Non questo. Non questo."

Voto: 10

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