Titolo: Follia
Autore: Patriclk McGrath
Anno: 1996
Pagine: 294
Trama: "Le storie d'amore contraddistinte da ossessione
sessuale sono un mio interesse professionale ormai da molti anni".
Inghilterra, 1959. Dall'interno di un tetro manicomio criminale vittoriano uno
psichiatra comincia a esporre, con apparente distacco, il caso clinico più
perturbante che abbia incontrato nella sua carriera - la passione letale tra
Stella Raphael, moglie di un altro psichiatra dell'ospedale, e Edgar Stark, un
artista detenuto per un uxoricidio particolarmente efferato. E' una vicenda
cupa e tormentosa, che fin dalle prime righe esercita su di noi esercita una
malìa talmente forte da risultare quasi incomprensibile - finché lentamente non
ne emergono le ragioni nascoste. Il fatto è che in questo straordinario romanzo
neogotico McGrath ci scalza dalla posizione abituale, e confortevole, di
lettori, chiedendoci di adottare il punto di vista molto più scabroso di chi
conduce una forma singolarmente perversa di indagine: il lavoro analitico.
Eppure qualcosa, forse una tensione che a poco a poco diventa insopportabile,
ci avverte che i conti non tornano, e che l'inevitabile, scandalosa e beffarda
verità sarà molto diversa da quella che eravamo stati costretti a immaginare.
Recensione: Stella Raphael è una donna di buona famiglia,
sposata con un medico e madre del piccolo Charlie. Una donna a cui sembra non
mancare nulla. Cosa ci può trovare una donna simile in Edgar Stark, paziente
del marito, uxoricida, artista, che momentaneamente si occupa di fare dei
lavori a casa dei coniugi Raphael? Una storia d’amore che riesce a sconvolgere
una vita. E così Stella si trova invischiata in una relazione pericolosa con un
assassino, una relazione in cui finalmente si sente viva. Stella decide di
fuggire con Edgar, di andare nel suo mondo, un mondo di artisti e di miseria,
un luogo a cui lei non appartiene. Stella è una donna fondamentalmente infelice
e sola, per lei Edgar diventa una vera ossessione. E il solo a pagare il tutto
sarà Charlie. Ed Edgar? Probabilmente idealizza Stella come aveva già
idealizzato la moglie e ne diventa morbosamente geloso, ritrae l’amante, ne
modella la testa, cerca di darle forma. Figura interessante e ambigua è il narratore,
Peter Cleave, collega del marito di Stella e suo concorrente per il ruolo di
direttore del manicomio, freddo osservatore della vicenda. E se quello che ci
ha raccontato non fosse la verità? Se Peter non fosse stato del tutto sincero? E
se avesse avuto un proprio fine? È difficile descrivere questo romanzo, è una
di quelle storie da leggere.

Citazioni:
"Già, l'amore" dissi. "Parliamo di questo
sentimento che non riuscivi a dominare. Come lo descriveresti?".
Qui Stella fece un'altra pausa. Poi, con voce stanca, riprese: "Se non lo sai non posso spiegartelo".
"Allora non si può definire? Non se ne può parlare? E' una cosa che nasce, che non si può ignorare, che distrugge la vita delle persone. Ma non possiamo dire nient'altro. Esiste, e basta".
"Queste sono parole, Peter" mormorò Stella.
Qui Stella fece un'altra pausa. Poi, con voce stanca, riprese: "Se non lo sai non posso spiegartelo".
"Allora non si può definire? Non se ne può parlare? E' una cosa che nasce, che non si può ignorare, che distrugge la vita delle persone. Ma non possiamo dire nient'altro. Esiste, e basta".
"Queste sono parole, Peter" mormorò Stella.
“Le donne romantiche, riflettei: non pensano mai al male che
fanno in quella loro forsennata ricerca di esperienze forti. In quella loro
infatuazione per la libertà.”
Ero sorpreso di non sentirla mai pronunciare un giudizio
morale [...]. Per criticare Edgar avrebbe dovuto porre a lui, e ai suoi
sentimenti per lui, delle condizioni: ti amo a patto che tu non faccia
questo. E la cosa non si era mai presentata in questi termini.
Voto: 8 e 1/2
Nessun commento:
Posta un commento