giovedì 31 marzo 2016

Joyland

Joyland, orrore al luna park



Titolo: Joyland

Autore: Stephen King

Anno: 2013

Pagine: 351

Trama: Estate 1973, Heaven's Bay, Carolina del Nord. Devin Jones, squattrinato studente universitario, decide durante le vacanze di accettare un lavoro in un luna park. Appena arrivato nel parco divertimenti, popolato da strani personaggi, Dev scopre che il luogo nasconde un macabro segreto: nella Casa degli Orrori si aggira infatti il fantasma di una donna uccisa quattro anni prima in modo decisamente macabro. Per guadagnarsi il magro stipendio, il ragazzo non dovrà soltanto intrattenere i bambini con il suo costume da mascotte, ma anche combattere il male che minaccia Heaven's Bay. E difendere la ragazza della quale nel frattempo si è innamorato.

Recensione: Un thriller carino, ambientato in un luna park in cui anni prima è stato consumato l’omicida di una donna, il cui assassino non è mai stato catturato. Dev, studente universitario che durante il periodo estivo lavora nel luna park come mascotte, si ritrova a indagare su ciò che è successo anni prima e a scoprire che in realtà l’assassino non se n’è mai andato. La storia è abbastanza intrigante, un po’ sottotono rispetto ad altre storie di questo autore, ma comunque affascinante, da leggere in un pomeriggio noioso, un romanzo che si fa leggere senza difficoltà. Il finale è in parte prevedibile, amaro.

Citazioni:

Per ricordare a me stesso che la nostra esistenza non è sempre un gioco da spennapolli. Talvolta i premi sono reali. Talvolta hanno un valore immenso.

Il bello è che, gratta, gratta, sotto un bullo troverai sempre un codardo.

Mio padre mi aveva dimostrato con la solidità dei fatti che se un uomo vuole essere padrone della propria vita, deve cavarsi dagli impicci senza l'aiuto altrui.

Era senza trucco. Non ne aveva bisogno. Le bastava il bagliore della luna.

Quando c'è in ballo il passato, tutti diventiamo romanzieri.

Il passare del tempo aggiunge falsi ricordi, modificando quelli veri.

Voto: 8

lunedì 28 marzo 2016

Postmortem

Postmortem, primo romanzo su Kay Scarpetta
 
 


Titolo: Postmortem

Autore: Patricia Cornwell

Anno:1995

Pagine: 361

Trama: Un serial killer è in azione nella città di Richmond: già tre donne sono morte, violentate e strangolate nelle loro camere da letto. Nulla le accomuna, l'omicida sembra colpire a caso. La sola costante è che i delitti avvengono sempre di sabato, prima dell'alba. E' per questo che quando una telefonata della polizia la sveglia nel cuore della notte, Kay Scarpetta - capo dell'ufficio di medicina legale della Virginia - intuisce immediatamente che l'inafferrabile assassino ha agito di nuovo. La minaccia incombe, il sanguinario killer può tornare a colpire in qualunque momento e da qualunque parte. Kay non può escludere nessuna ipotesi, nemmeno quella di essere il suo prossimo obiettivo. E sa di avere anche altri nemici:
qualcuno che sta cercando di intralciare la sua azione, qualcuno che nell'ombra cerca di insidiarne il ruolo, compromettendo irrimediabilmente la caccia all'assassino.

Recensione: Primo romanzo della serie che vede come protagonista Kay Scarpetta, medico legale. Un romanzo piacevole per chiunque ami i thriller che hanno un occhio di riguardo per la parte scientifica. La storia è raccontata in prima persona dalla dottoressa, donna dalla vita sentimentale poco soddisfacente ma molto legata al proprio lavoro e alla ricerca della verità. Il caso è interessante e il finale è originale. Ho trovato il linguaggio un po’ freddo, come quello di un reale chirurgo che seziona la realtà alla ricerca della verità. Un romanzo che si fa leggere, l’inizio di una saga che, nonostante alcuni difetti, resta uno dei pilastri del genere thriller.

Citazioni:

Chi ha paura dei lupi mannari teme anche la luna piena. Io avevo cominciato a temere le ore tra la mezzanotte e le tre, quando il venerdì diventa sabato e la città sembra sprofondare nell'incoscienza.

Voto: 8

giovedì 24 marzo 2016

Effi Briest

Effie Briest, figlia dell'aria



Titolo: Effi Briest

Autore: Theodor Fontane

Anno: 1895

Pagine: 270

Trama: Pubblicato nel 1895, «Effi Briest» è unanimemente ritenuto il capolavoro di Theodor Fontane e uno dei grandi romanzi europei sull'adulterio come «Madame Bovary» e «Anna Karenina». In queste pagine si racconta la vicenda di una fanciulla, Effi Briest appunto, che sposa giovanissima un antico spasimante della madre, salvo poi tradirlo più per noia che per passione. L'amore clandestino ha vita breve ed Effi ritorna a essere una sposa devota e fedele. Ma il destino è in agguato, e dopo anni di serena vita coniugale il marito scopre l'antico adulterio. Nei tragici sviluppi della vicenda a Effi, innocentemente colpevole, rimarrà solo l'affetto del padre cui aggrapparsi. Narrato con tocco delicato e profonda compassione umana, «Effi Briest» è il ritratto di un'indimenticabile figura di donna, ma anche una lucida quanto spietata denuncia dell'inesorabilità e della crudeltà delle leggi della cosiddetta "buona società".
"L'uomo naturale," spiega Fontane, "vuole vivere, non vuole essere devoto, o casto, o morale, tutti tratti artificiali il cui valore, poiché manca l'autenticità e la naturalezza, è sempre dubbio. Tale elemento naturale mi affascina da molto tempo, è l'unica cosa cui attribuisco importanza, l'unica che mi attira, ed è forse questo il motivo per cui i miei personaggi femminili sono tutti un po' disturbati. Proprio per questo mi sono cari; mi innamoro non delle loro virtù ma della loro umanità, detto altrimenti, delle loro debolezze e dei loro peccati." Il destino di Effi, la "figlia dell'aria", che ancora giovanissima viene data in moglie al prefetto von Innstetten, sarà segnato, infatti, proprio dal conflitto tra i suoi contraddittori impulsi interiori, la sua aspirazione a una vita di "tenerezza e amore", a un futuro "bello e poetico", e una realtà che invece impone all'individuo rigorosi confini.
Nel centenario della nascita, Thomas Mann rende omaggio a Fontane celebrando il suo capolavoro, «Effi Briest»: "Non si usa dire che nessuna costruzione prodotta dalla mano dell'uomo può essere perfetta? E invece, per quanto si possa essere propensi a esortare gli uomini alla modestia, l'affermazione è sbagliata, la cosa perfetta esiste: sognando l'uomo che è artista ogni tanto la produce. Sono casi, come si è detto, fortunati e rarissimi; perché accada si rende necessario un'incredibile benevolenza e grazia delle circostanze, fin le più sottili: ma se tutto torna, ecco che la cosa si forma, e il cristallo risulta puro. Fontane ha potuto godere nella sua vecchiaia la felicità e la malinconia di questa combinazione, la quale porta alla luce qualcosa di assoluto e di sommo”. 

Recensione: Una storia che strazia il cuore. Protagonista è Effi, figlia dell’aria, una donna assolutamente normale, con nessuna caratteristica particolare, che va in sposa a Von Innstetten, che tempo prima era stato lo spasimante di sua madre. Una storia banale. Banale come il tradimento di Effi che ha una relazione con un uomo vecchio e assolutamente insignificante, di cui in realtà non le importa nulla. Banale come il modo in cui l’adulterio viene scoperto, molto tempo dopo la sua fine, in un modo assolutamente casuale, ma il marito decide comunque di agire perché nonostante sia un buon’uomo è incapace di amare e di guardare oltre l’onore. Banale come la fine di questo romanzo, tragica ma senza pathos. Nessuna scelta volontaria da parte di Effi, a differenza delle sue simili Emma Bovary e Anna Karenina. Effi non reagisce mai veramente, è un personaggio triste fin dall’inizio, un personaggio senza via di scampo, la sua fine è ben chiara fin da principio, fin da quando racconta come in certe culture le adultere vengano bruciate vive con un funerale vichingo. E poi c’è la storia del misterioso cinese, di cui lei ha paura, una leggenda nera che fa presagire un finale cupo anche per la storia principale. Questo è uno di quei romanzi che o piace o non piace, a parer mio non conosce via di mezzo, e a me è piaciuto, perché racconta la banalità di una vita umana, una storia incredibilmente reale.

Citazioni:

Sì, sapeva rinunciare, la madre aveva ragione, e in quella capacità di rinuncia c'era un certa mancanza di pretese, ma se in via eccezionale voleva davvero qualcosa, doveva essere sempre una cosa assolutamente straordinaria. E su questo punto era esigente

Non essere tanto sfrenata, Effi, tanto passionale.

Prima vedi di tornar sana, Effi, completamente sana; poi si troverà anche la felicità. Non quella vecchia, ma una nuova. Grazie a Dio, i generi di felicità sono tanti; vedrai che qualcosa si troverà anche per te.

Voto: 10

lunedì 21 marzo 2016

L'amante di Lady Chatterley

L'amante di Lady Chatterley, storia di uno scandalo

L' amante di lady Chatterley

Titolo: L’amante di Lady Chatterley

Autore: David Hebert Lawrence

Anno: 1928

Pagine: 336

Trama: Connie Chatterley è moglie di sir Clifford, un aristocratico che in seguito a una ferita di guerra è diventato impotente (metafora della sterilità intellettualistica della sua cultura e della sua classe). Connie desidera la maternità e la sua carica vitale la spinge verso il guardacaccia Mellors. Nasce tra i due una passione e quando Connie si accorge di aspettare un bambino, lascia il marito e va a vivere insieme a Mellors. Per il verismo tattile con il quale racconta l'amore sessuale, per la critica aperta alle convenzioni sociali, per l'apparente esaltazione dell'adulterio, l'opera più famosa di Lawrence (colpita da sentenze di oscenità e volgarità) uscì "purgata" nel 1928, in Inghilterra; sarà pubblicata in edizione integrale solo nel 1960.

Recensione: Romanzo scabroso per antonomasia che racconta senza mezzi termini il rapporto tra Lady Chatterley, giovane sposa di un uomo paralitico, e il guardacaccia Mellors, brusco e per nulla romantico. In realtà la relazione tra i due è prima di tutto una relazione basata sul sesso che l’autore descrive senza pudore. Devo ammettere che quando ho iniziato a leggere questo romanzo l’ho fatto con un certo timore non essendo il mio genere di lettura, ma sia stata la curiosità o la notorietà del romanzo a spingermi a leggerlo non me ne sono per nulla pentita, perché qui non si parla solo di sesso, ma di una società, quella in cui la giovane Connie è costretta a vivere, restrittiva, non adatta a una donna come lei che viene costretta a sposare un uomo che non può darle quello che lei desidera, una società dell’apparenza, in cui ciò che contano sono la fama e i soldi. Un romanzo che va capito, insomma, senza romanticismo, ben scritto, scorrevole, per niente volgare nonostante ciò che si possa dire. Lady Chatterley decide di non vendersi alla società, ma di lasciarsi andare solo ai propri istinti e alla propria passione, incurante di quello che gli altri possano dire.

Citazioni:

Violata! Si poteva essere violati senza essere mai toccati! Violati da morte parole divenute oscene, e da morte idee tramutate in ossessioni.

Tutte le parole importanti, le pareva, erano state cancellate, per la sua generazione: amore, gioia, felicità, casa, madre, padre, marito; tutte queste grandi, dinamiche parole erano ormai moribonde, e morivano di giorno in giorno. La casa era un posto dove abitare, l'amore era qualcosa su cui non ci si faceva più illusioni, la gioia era una parola che serviva a descrivere un bel charleston, la felicità era un termine ipocrita impiegato per trarre in inganno il prossimo, un padre era un individuo che si godeva la vita, un marito era un uomo con cui vivevi e cercavi di tirare avanti in allegria. Quanto al sesso, l'ultima delle grandi parole, era solo un termine con varie connotazioni, per indicare un'eccitazione che ti prendeva per un po', ma poi ti lasciava più a terra di prima. Logora e consunta! Era come se la materia di cui si era fatti fosse una stoffa scadente che diventava lisa come un'impalpabile ragnatela.

Si sentiva debole e disperata. Avrebbe voluto che un aiuto esterno venisse a soccorrerla. Ma non ne trovava alcuno.

Dicono che il mondo offra una miriade di possibilità, ma queste si riducono a ben poca cosa nella maggior parte dei casi. Ci sono molti buoni pesci nel mare…forse…ma sembra che la maggior parte di essi siano sgombri o sardine e, a meno che non sia anche tu uno sgombro o una sardina, hai ben poche speranze di trovare granché nel mare.

Voto: 9

giovedì 17 marzo 2016

Sekrets. Le visioni di Megan

Sekrets. Le visioni di Megan

Sekrets. Le visioni di Megan

Titolo: Sekrets. Le visioni di Megan

Autore: Elizabeth Chandler

Anno: 2010

Pagine: 182

Trama: Megan ha sedici anni quando viene invitata da sua nonna, che non ha mai conosciuto, presso la grande casa di famiglia nel Maryland. Arrivando per la prima volta davanti a Scarborough House si rende conto di aver già visto quell'edificio in sogno. Megan sente subito che c'è qualcosa che non va: la nonna è ammalata e maldisposta, il cugino Matt la detesta, e la gente del paese la guarda con sospetto e timore. In più, comincia a fare strani sogni di un passato che non ha mai vissuto, ed è ossessionata da visioni di una vita non sua. Quando inizia a sentire una voce crede di essere impazzita, finché non si rende conto che ciò che quella misteriosa presenza le racconta corrisponde perfettamente alla realtà: è il fantasma di Avril a parlarle, la sorella di sua nonna. Avril aveva la stessa età di Megan quando è scomparsa senza lasciare traccia, e le somigliava in modo impressionante... Un nero segreto emerge lentamente dalle nebbie di un passato drammatico e pericoloso, una minaccia che abbatte tutte le certezze di Megan, le strappa la sua stessa identità, la attrae in un vortice da cui è impossibile uscire. E Megan può contare solo sul suo coraggio e sulla sua innocenza per trovare la salvezza.

Recensione: Sono sincera: da questa storia mi aspettavo qualcosa di più. Non so se il mio disappunto è dovuto al fatto che la storia sia breve e quindi gli eventi si susseguono troppo velocemente, oppure perché a circa metà libro ho intuito come sarebbe finito, non so. La storia di per sé è piacevole: Megan va a trovare la nonna, che non ha mai conosciuto, una donna che non le mostra nessuna simpatia. E poi c’è il cugino Matt che la odia, ma forse non così tanto. A tutto ciò si aggiunge la figura di Avril, sorella della nonna, nonché sua rivale in campo amoroso, morta in circostanze quantomeno sospette. Possibile allora che la nonna molti anni prima abbia deciso di sbarazzarsi di una sorella poco amata? Il legame tra Megan ed Avril è palese, parallelismo perfetto è il rapporto tra Megan e la nonna e quello tra Avril e la sorella. Ma il legame che unisce Megan ed Avril è molto più forte di quello che pensava la giovane inizialmente,  così sarà necessario, per la stessa sopravvivenza della ragazza, che si faccia luce su ciò che avvenne molto tempo prima perché chi ha ucciso la prima volta ha intenzione di tornare e compiere ciò che deve per chiudere la storia una volta per tutte. Questo romanzo è il primo di una serie, ma è comunque autoconclusivo e se non erro il secondo romanzo della serie non ha più Megan come protagonista, per cui si può leggere tranquillamente separato.

Voto: 7 e 1/2