giovedì 31 dicembre 2015

La voce dei morti

La voce dei morti, il passato ritorna per David Hunter



Titolo: La voce dei morti

Autore: Simon Beckett

Anno: 2010

Pagine: 448

Trama: Torna l'antropologo forense David Hunter, e torna per proseguire un caso iniziato otto anni prima, quando avevano trovato i corpi delle vittime di un serial killer reo confesso di diversi omicidi. Si chiamava Monk. Ora, otto anni dopo, Monk è fuggito; per questo Connors, l'ambizioso poliziotto che allora aveva condotto le indagini, e Sophie, la psicologa che era stata coinvolta, si rivolgono a Hunter terrorizzati. In effetti, le paure di Sophie sono fondate,perché di lì a poco viene rapita proprio da Monk. Ma quest'ultimo rivela una personalità più complessa del previsto: David Hunter, entrando in dialogo con lui, scopre infatti che ha un serio disturbo della memoria e che in effetti non è lui il responsabile di tutte le morti che gli sono imputate. Anzi, i carnefici possono essere proprio i meno sospettabili.

Recensione: Quarto romanzo che vede per protagonista l’antropologo forense Davi Hunter, questa volta alle prese con un caso che riemerge dal suo passato e porta con sé il dolore per la perdita dell’amata moglie e della figlia. In questo libro scopriamo dei risvolti interessanti riguardo alla vita di David prima della morte della moglie. Il caso è interessante, incentrato sulla morte di giovani donne e su un assassino che a prima vista sembra a sangue freddo. Ma come spesso succede in questi romanzi non tutto è come sembra. La storia, dopo un breve flashback di quanto avvenuto otto anni prima durante la ricerca dei corpi, ha inizio con la fuga di Monk, il serial killer. Questo porterà David prima a essere contattato da un suo conoscente, uno dei poliziotti che si era occupato del caso, e che ha dei conti in sospeso con il nostro protagonista, e poi da Sophie, psicologa che otto anni prima aveva avuto un flirt con David che non era mai sfociato in nulla di più a causa del matrimonio di lui. E sarà proprio Sophie la prima vittima di ciò che è rimasto in sospeso da otto anni e che ora chiede giustizia. Un bel thriller, meno accentuata la parte medico legale rispetto agli della serie, da leggere in un freddo  pomeriggio  invernale.

Voto: 8

lunedì 28 dicembre 2015

Bright Star: Fulgida stella

Fulgida stella, dedicato a Fanny




Fulgida stella, fossi fermo come tu lo sei
ma non in solitario splendore sospeso alto nella notte,
a vegliare, con le palpebre rimosse in eterno,
come paziente di natura, insonne eremita,
le mobili acque al loro dovere sacerdotale
di puro lavacro intorno a rive umane,
oppure guardare la nuova maschera dolcemente caduta
della neve sopra i monti e le pianure.
No – pure sempre fermo, sempre senza mutamento,
vorrei riposare sul guanciale del puro seno del mio amore,
sentirne per sempre la discesa dolce dell’onda e il sollevarsi,
sempre desto in una dolce inquietudine
a udire sempre, sempre il suo respiro attenuato,
e così vivere in eterno – o se no venir meno nella morte.



Oggi voglio riportare una bellissima poesia di John Keats ispirata al suo grande amore per Fanny Brawne. Un amore destinato purtroppo a una tragica fine. S’incontrano a casa di amici e dopo qualche ostilità s’innamorano. Lui però è povero, privo di mezzi, mantenuto dagli amici, malato inoltre di tubercolosi, lei è considerata leggera dagli amici di lui. Il loro è soprattutto un amore epistolare, un amore distante. Poi Keats va in Italia per cercare una cura alla sua malattia. Morirà a ventisei anni senza più rivedere la sua Fanny, che porterà per anni il lutto per la sua morte e l’anello di fidanzamento che lui le aveva regalato. Questa romantica storia sarebbe stata dimenticata se non fosse stato per il ritrovamento di alcune lettere che i due si erano scambiati. Ecco una di queste lettere:

Mia carissima Fanny, ho dormito bene stanotte e stamani sto meglio. Di giorno in giorno se non m’inganno sento riallargarsi i polmoni. Più si avvicina la Meta, e più cresce per il corridore l’ansia, allo stesso modo io indugiando sui bordi della salute sento crescere l’impazienza. Forse come dici ho immaginato che la mia malattia fosse più grave di quello che è: tremenda l’idea di scivolare nella tomba invece che nelle tue braccia – la differenza è incredibile Amore. La Morte deve pur giungere alla fine; l’Uomo deve morire, dice Shallow. Ma prima che il fato si compia mi piacerebbe sapere quali altri piaceri ancora, oltre quelli che mi hai già dato, potrebbe darmi una creatura dolce come te. Se potessi avere ancora qualche anno di vita, non morirei in completo oblio. Abbi cura di te, cara e tutti e due staremo bene in estate. Non mi affatico affatto a scrivere. Aggiungo giusto un verso o due qui e là – un Compito che potrebbe preoccupare chi fosse robusto nel corpo e nella mente, ma che per me è quello che ci vuole dal momento che non potrei fare di più.

In questa poesia Keats desidererebbe essere come una stella, solo non da sola, ma unito al suo amore, ad ascoltare il suo respiro per l’eternità, vivere così o morire e purtroppo il poeta sa che non ci sarà alcuna strada oltre la morte. Una poesia sull’amore che dopotutto non muore mai.

Dedicato a questa storia d'amore il film: Bright Star, che prende il nome proprio da questa poesia


giovedì 24 dicembre 2015

Tradizioni natalizie

Tradizioni natalizie


Una carrellata di curiosità natalizie, aspettando l’arrivo di Babbo Natale!

Iniziamo con la storia di Rudolph, la renna di Babbo Natale dal naso rosso. La renna veniva derisa da tutti per questo difetto, ma una vigilia di Natale particolarmente buia e tempestosa fu proprio il suo naso sgargiante a permettere a Babbo Natale di portare in giro i suoi regali.


La nascita della stella di Natale, simbolo di questa festa, è legata a una leggenda ambientata in Messico. Lola era una bambina che una vigilia di Natale piangeva disperata davanti a una chiesa non avendo nulla da offrire a Gesù. Vedendo la statua di un angelo ricoperta di foglie le tolse. Proprio allora una voce le disse di portare quelle foglie dentro la chiesa. Queste si trasformarono in una bellissima pianta.

In Olanda è tradizione bruciare una foglia di mirto a mezzanotte: porterebbe fortuna e scaccerebbe gli spiriti maligni.
In Polonia il pranzo di Natale è composto da 12 portate, una per ogni apostolo.
La parola presepe deriva dal latino Praesepe che significa mangiatoia. Il primo presepe è stato realizzato da San Francesco nel 1223 a Borgo Greccio.
L’albero di Natale è legato alla tradizione nordica, simboleggia la vittoria della luce sul buio visto che l’abete è una delle poche piante che sopravvive all’inverno.
Korvatunturi, in finlandese “Montagna dell’orecchio”, è la dimora di Babbo Natale.


Buon Natale a tutti!