
Fulgida
stella, fossi fermo come tu lo sei
ma non in solitario splendore sospeso alto nella notte,
a vegliare, con le palpebre rimosse in eterno,
come paziente di natura, insonne eremita,
le mobili acque al loro dovere sacerdotale
di puro lavacro intorno a rive umane,
oppure guardare la nuova maschera dolcemente caduta
della neve sopra i monti e le pianure.
No – pure sempre fermo, sempre senza mutamento,
vorrei riposare sul guanciale del puro seno del mio amore,
sentirne per sempre la discesa dolce dell’onda e il sollevarsi,
sempre desto in una dolce inquietudine
a udire sempre, sempre il suo respiro attenuato,
e così vivere in eterno – o se no venir meno nella morte.
ma non in solitario splendore sospeso alto nella notte,
a vegliare, con le palpebre rimosse in eterno,
come paziente di natura, insonne eremita,
le mobili acque al loro dovere sacerdotale
di puro lavacro intorno a rive umane,
oppure guardare la nuova maschera dolcemente caduta
della neve sopra i monti e le pianure.
No – pure sempre fermo, sempre senza mutamento,
vorrei riposare sul guanciale del puro seno del mio amore,
sentirne per sempre la discesa dolce dell’onda e il sollevarsi,
sempre desto in una dolce inquietudine
a udire sempre, sempre il suo respiro attenuato,
e così vivere in eterno – o se no venir meno nella morte.
Oggi voglio riportare una bellissima poesia di John Keats
ispirata al suo grande amore per Fanny Brawne. Un amore destinato purtroppo a
una tragica fine. S’incontrano a casa di amici e dopo qualche ostilità s’innamorano.
Lui però è povero, privo di mezzi, mantenuto dagli amici, malato inoltre di
tubercolosi, lei è considerata leggera dagli amici di lui. Il loro è soprattutto
un amore epistolare, un amore distante. Poi Keats va in Italia per cercare una
cura alla sua malattia. Morirà a ventisei anni senza più rivedere la sua Fanny,
che porterà per anni il lutto per la sua morte e l’anello di fidanzamento che lui
le aveva regalato. Questa romantica storia sarebbe stata dimenticata se non
fosse stato per il ritrovamento di alcune lettere che i due si erano scambiati.
Ecco una di queste lettere:
Mia
carissima Fanny, ho dormito bene stanotte e stamani sto meglio. Di giorno in
giorno se non m’inganno sento riallargarsi i polmoni. Più si avvicina la Meta,
e più cresce per il corridore l’ansia, allo stesso modo io indugiando sui bordi
della salute sento crescere l’impazienza. Forse come dici ho immaginato che la
mia malattia fosse più grave di quello che è: tremenda l’idea di scivolare
nella tomba invece che nelle tue braccia – la differenza è incredibile Amore.
La Morte deve pur giungere alla fine; l’Uomo deve morire, dice Shallow. Ma
prima che il fato si compia mi piacerebbe sapere quali altri piaceri ancora,
oltre quelli che mi hai già dato, potrebbe darmi una creatura dolce come te. Se
potessi avere ancora qualche anno di vita, non morirei in completo oblio. Abbi
cura di te, cara e tutti e due staremo bene in estate. Non mi affatico affatto
a scrivere. Aggiungo giusto un verso o due qui e là – un Compito che potrebbe
preoccupare chi fosse robusto nel corpo e nella mente, ma che per me è quello
che ci vuole dal momento che non potrei fare di più.
Dedicato a questa storia d'amore il film: Bright Star, che prende il nome proprio da questa poesia
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