giovedì 17 dicembre 2015

Jack Frost

Jack Frost, lo spirito dell'inverno



La figura di Jack Frost si colloca nella mitologia nordica ed è la personificazione dell’inverno e di tutto ciò che l’inverno porta con sé. Nelle leggende vichinghe è chiamato Jokul Frosti mentre in Russia è chiamato Padre Gelo o Nonno Gelo. A volte è rappresentato come un pittore che colora il paesaggio con i classici colori autunnali e invernali oppure come un elfo portatore del gelo. Nella tradizione nordica è un dio imparentato con il dio del vento. A differenza del film Le cinque leggende in cui è raffigurato come un ragazzo, Jack Frost è raffigurato quasi ovunque come un vecchio.


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Di carattere aperto e spiritoso se provocato diventa vendicativo ed è capace di ricoprire di neve o di gelare gli sprovveduti che lo hanno insultato. Sono opera sue le pozzanghere dentro cui ci si può specchiare che si trovano in primavera. In autunno fa cadere le foglie per preparare il paesaggio all’arrivo dell’inverno. In Inghilterra la sua leggenda è diffusa quanto quella di Babbo Natale. A proposito di Babbo Natale una leggenda vede Jack come suo aiutante, il suo compito sarebbe quello di far nevicare la vigilia di Natale per permettere a Babbo Natale di mimetizzarsi.

Termino riportando una leggenda russa che vede come protagonista Nonno Gelo:
Una di queste ha per protagonisti un uomo umile e buono e sua figlia, una giovane molto avvenente. Purtroppo, un giorno, la moglie dell'uomo morì, ed egli si risposò con una donna vanitosa e ambiziosa, dalla quale ebbe un'altra figlia.  
 La nuova moglie odiava a morte la figliastra per la sua bellezza e per le attenzioni che il marito le dedicava. Così, in un giorno freddo e nevoso, ordinò al marito di portare la figlia maggiore in una valle e di abbandonarla al gelo. L'uomo obbedì e con il cuore colmo di tristezza lasciò la figlia sola nella valle piena di neve. La ragazza, trovatasi in mezzo a una tormenta, cominciò a piangere, ma nel momento di maggior disperazione vide un uomo bianco, che sembrava di ghiaccio. Nonostante fosse intimorita, la fanciulla si mostrò gentile ed educata con l'estraneo. Questi si presentò come Nonno Gelo e ricambiò la cordialità della fanciulla offrendole gioielli preziosi e vesti pregiate. Dopodiché riportò la ragazza sulla strada di casa.
 Ci volle un po' prima che il padre, la matrigna e la sorellastra riconoscessero la ragazza, tutta perfettamente agghindata e riccamente vestita. La matrigna moriva d'invidia nel vedere i doni che Nonno Gelo aveva fatto alla figlia maggiore. Così decise di far condurre anche l'altra figlia nella valle dove era avvenuto il miracoloso incontro. La scena si ripetè, anche stavolta Nonno Gelo apparve nella tormenta. Ma la figlia più piccola, anziché essere gentile con lui, si rivelò maleducata e sfrontata. Nonno Gelo si infuriò al punto che decise di congelare la ragazza.
 Quando il padre andò a recuperare la figlia, come gli era stato ordinato dalla perfida moglie, la trovò completamente assiderata e priva di vita. La madre pianse a lungo sul corpo della figlia, fino a che morì di crepacuore.
 Così, il padre buono e la figlia umile ricomposero la famiglia di un tempo, e vissero sereni per il resto della loro vita.

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