giovedì 10 dicembre 2015

Doppio sogno

Doppio sogno, quando i sogni diventano realtà




Titolo: Doppio Sogno

Autore: Arthur Schnitzler

Anno: 1926

Pagine: 76

Trama: Un ballo in maschera, due misteriose figure in domino rosso, uno straniero insolente, qualche parola incomprensibile e allusiva: queste apparizioni gettano, una sera, «un’ombra di avventura, di libertà e di pericolo» nella vita di un medico e di sua moglie, giovani, belli e chiusi in un’ovattata felicità domestica. Da quel momento essi entrano, senza saperlo, in un intreccio speculare di peripezie notturne tanto inverosimili da sembrare oniriche e di sogni tanto invadenti da sembrare fatti reali: e, per tutti e due, i desideri segreti occuperanno la scena, per una notte, con una violenza e una fascinazione tali che li trascineranno inermi con sé, tra la voluttà e l’angoscia. Come in un film di von Stroheim, dalla Vienna borghese e tranquilla emergono inquietanti personaggi, le maschere dilagano, si aprono porte segrete, si svelano esseri equivoci, incombono giudici oscuri e feroci. Alla fine, un fascio di fredda luce clinica illuminerà il corpo bianco ed esanime di una sconosciuta, e in essa il protagonista riconoscerà «il cadavere pallido della notte passata, destinato irrevocabilmente alla decomposizione». Non senza, però, aver anche irrevocabilmente mutato la vita del giovane medico e della sua compagna.
Insieme al Ritorno di Casanova e alla Signorina Else, il Doppio sogno (1926), racconto chiaroveggente e immerso in un incanto surreale, è una delle riuscite supreme di Schnitzler, ormai sempre più spesso riconosciuto, in questi ultimi anni, come uno dei grandi narratori psicologici della letteratura moderna, per il sorprendente spessore e la temibile lucidità delle sue storie, che sembrano aver dato fin dall’inizio per sottintese le scoperte della psicoanalisi.

Recensione: La realtà che si confonde con il sogno. Albertine e Fridolin sono una coppia sposata, ognuno con i propri desideri nascosti e le proprie paure. E basterà ben poco, il racconto di un sogno fatto dalla donna, a farli cadere in un abisso. Fridolin si troverà così a vivere una notte priva di ogni senso. La figlia di un suo paziente tenterà di sedurlo, una prostituta di adescarlo e poi la donna mascherata, priva d’età, del ballo che addirittura si sacrificherà per poterlo salvare. La folle notte di Fridolin finirà così con molti dubbi destinati a non dissolversi. Un romanzo psicanalitico, scritto negli stessi anni in cui le teorie di Freud avevano grande risonanza. Un romanzo sul sogno e su ciò che esso può rappresentare. E la domanda su chi sia in realtà la donna mascherata che muore per lui? Una realizzazione del suo sogno più grande: una donna che muoia per lui? Bellissima storia. Da questa storia è stato tratto il film Eyes wide shut che prima o poi ho il desiderio di vedere.

 

Citazioni:

“Che dobbiamo fare, Albertine?”
Lei sorrise, e dopo una breve esitazione rispose: “Ringraziare il destino, credo, di essere riusciti incolumi da tutte le nostre avventure... da quelle vere e da quelle sognate.”
“Ne sei proprio sicura?” chiese Fridolin.
“Tanto sicura da presentire che la realtà di una notte, e anzi neppure quella di un'intera vita umana, non significano, al tempo stesso, anche la loro più profonda verità”.
“E nessun sogno” disse egli con un leggero sospiro “è interamente sogno”.
Albertine prese la testa del marito fra le mani e l'attirò affettuosamente a sé. “Ma ora ci siamo svegliati...” disse “e per lungo tempo”.
Per sempre, voleva aggiungere Fridolin, ma prima ancora che pronunciasse quelle parole lei gli pose un dito sulle labbra e sussurrò come fra sé: “Non si può ipotecare il futuro”

Tuttavia dalla leggera conversazione sulle futili avventure della notte scorsa finirono col passare a un discorso più serio su quei desideri nascosti, appena presentiti, che possono originare torbidi e pericolosi vortici anche nell'anima più limpida e pura, e parlarono di quelle regioni segrete che ora li attraevano appena, ma verso cui avrebbe potuto una volta o l'altra spingerli, anche se solo in sogno, l'inafferrabile vento del destino.

Voto: 8

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