
Oggi è
il solstizio d’inverno, giorno più breve dell’anno, inizio dell’inverno, da
tempo immemore festa celebrata in tutto il mondo. Da oggi fino al 25 dicembre
le giornate saranno brevi, seguite da lunghe notti, poi il 25 il sole ricomincerà
a guadagnare terreno e scaccerà la notte, proprio per questo motivo fu scelto
questo come giorno per celebrare il Natale. Nella tradizione nordica è chiamato
Yule. L’etimologia di questo termine non è chiara. Per alcuni deriverebbe dal
norreno Hjól ("ruota"), con riferimento al fatto che il tempo
è una ruota e durante il solstizio d’inverno si troverebbe nel punto più basso
per poi ricominciare a risalire. In lingua scandinava Jul significa sia Yule
sia Natale. Gli antichi romani festeggiavano il solstizio nella festa dei
Saturnalia che duravano dal 19 dicembre fino al 25 ed erano giorni di gioia e
speranza, di rinascita. A conoscenza di questa ricorrenza sarebbero stati anche
i Maya e gli Inca. Nell’antica Persia si celebrava con degli inni, mentre ad
Alessandria d’Egitto era legata alla festa di Horus. Gli antichi germani
durante questo periodo festeggiavano il dio Odino che secondo la leggenda in
queste notti percorreva la Terra con la sua corte durante una Caccia Selvaggia.
Deriverebbe proprio dall’origine
celtica di questa festa l’importanza che hanno il vischio, l’agrifoglio e l’abete
nel periodo natalizio. Il primo era sacro ai Druidi, mentre il secondo e il
terzo rappresenterebbero la persistenza della vita nel freddo e nell’oscurità
dell’inverno. L’usanza di baciarsi sotto il vischio deriva proprio dal fatto
che questa piantina veniva attaccata all’ingresso delle case dei celti e quando
entravano gli ospiti questi si abbracciavano sotto di esso per attirare la
fortuna.

Buon solstizio d’inverno.
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